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24/10/2014 06:35:00

Processo Eden. Il detective racconta gli affari della famiglia mafiosa di Castelvetrano

 Gli affari della famiglia mafiosa di Castelvetrano, in particolare quelli nel settore edile, sono stati oggetto della deposizione, al Tribunale di Marsala, di Massimiliano Dibollo, comandante del Gico della Guardia di finanza fino all’agosto 2013. Di Bollo ha deposto nel processo che vede imputati alcuni dei personaggi coinvolti nell’operazione antimafia Eden, tra cui Anna Patrizia Messina Denaro, Francesco Guttadauro (rispettivamente sorella e nipote del boss latitante Matteo Messina Denaro), e Antonino Lo Sciuto. L’ufficiale delle Fiamme Gialle, rispondendo alle domande dei pm Carlo Marzella e Paolo Guido, ha dichiarato: ‘’Il Gico ha avviato indagini sul settore edilizio nei confronti di imprese che ritenevamo ottenere proventi di origine illecita. Con analisi documentale e attività di videosorveglianza su Azzurra costruzione srl a Strasatto, dove doveva sorgere il Mc Donald. Sul posto, abbiamo visto mezzi della Giovanni Filardo srl, poi denominata Bf costruzioni’’. Giovanni Filardo è cugino del boss latitante Matteo Messina Denaro. Furono, quindi, disposte intercettazioni sulla moglie e la figlia di Filardo, arrestato il 18 marzo 2010. Dopo, la figlia Floriana diventerà rappresentante legale e amministratore della società, ridenominata Bf l’1 ottobre 2010. Dal carcere, però, secondo l’investigatore, continuava, di fatto, a dirigere la società. Da un colloquio in carcere, intercettato, tra Filardo, la moglie e le figlie emergono anche alcuni movimenti bancari. Con prelievi fino a 5 mila euro (per evitare la segnalazione da parte della banca) fino quasi a svuotare, nel settembre 2010, un conto intestato a Floriana Filardo sul quale prima c’erano 300mila euro. ‘’Accade lo stesso – ha continuato Dibollo - per il conto della figlia Valentina, dove c'erano circa 100mila euro’’. Antonino Lo Sciuto era direttore tecnico della Bf costruzioni. La moglie di Giovanni Filardo, Francesca Barresi, parla di sotterrare qualcosa in profondità (‘’Sulu Nino e niatri’’). Si pensa che si parlasse del progetto di sotterrare il denaro. Ciò per paura di un eventuale sequestro da parte dello Stato. Una pietra avrebbe dovuto segnalare il nascondiglio. Indagini sono state condotte dal Gico anche su Lorenzo Cimarosa, padre di Giuseppe e Michele, ‘’interessato nella M.G. Costruzioni, come socio occulto, connesso alla Bf costruzioni’’. Anche in questo caso, a impartire direttive dal carcere sarebbe stato Filardo. Prossima udienza il 30 ottobre.