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05/11/2014 06:59:00

Truffa con le assicurazioni, a Marsala in sei a processo

Tre ex impiegati della compagnia assicurativa ‘’Italiana spa’’ (Mirella Barraco, Ninfa Valenti e Carmela Spada) hanno testimoniato, davanti il Tribunale di Marsala, nel processo che vede sei persone imputate per associazione per delinquere e truffa. Secondo l’accusa, avrebbero raggirato l’agenzia della società di assicurazioni ‘’Italiana spa’’. Per risparmiare sulle alte tariffe, avrebbero fatto i furbi sulla ‘’classe di merito’’ della auto assicurate. I fatti risalgono al luglio del 2010. Al centro della vicenda giudiziaria c’è una ditta di noleggio auto e furgoni (‘’G.P. rent a car’’) che ha sede a Strasatti. Titolare è Elena Cudia, anche se di fatto a gestirla era il marito, Giuseppe Genna. Con i due coniugi sono imputati anche Giovanni Anselmi e Salvatore Lo Grasso, collaboratori della ditta di noleggio, Francesco Lo Grasso, intestatario di alcuni contratti assicurativi, e Pietro Barraco. A far scattare l’indagine è stata una denuncia della compagnia assicurativa, che ha sede a Milano. Buona parte dei mezzi sui quali si sarebbe barato sulla classe di merito, fondamentale per stabilire il premio da pagare, costituisce il parco mezzi della ditta di autonoleggio. L’Italiana spa denunciò, in particolare, il fatto che i contratti di alcune delle auto non erano a carico della ditta di autonoleggio, ma di altri privati. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Dino Petralia, furono effettuate dai carabinieri. La truffa sarebbe consistita nel fatto che, intestando le polizze a privati, piuttosto che alla ‘’G.P. rent a car’’, era possibile pagare meno, accedendo a classi di merito inferiori a quelle riservate a una ditta di autonoleggio. In Tribunale, i tre ex impiegati dell’agenzia assicurativa hanno spiegato l’iter burocratico necessario per stipulare una polizza, affermando che loro si limitavano ‘’a ricevere i documenti, per poi inviarli alla direzione centrale’’ di Milano. Aggiungendo che mai hanno ricevuto appunti o richiami. I tre testi sono stati gli ultimi tra quelli citati dalla difesa. Alla prossima udienza, il 28 novembre, accusa e difesa potranno chiedere l’ammissione delle ultime fonti di prova. Seguirà, poi, la requisitoria del pubblico ministero. Nel corso del processo, ha testimoniato anche Bruno Isolabella, funzionario dell’unità antifrode della Reale Mutua (alla quale fa capo anche l’Italiana Assicurazione, parte civile nel procedimento), che rispondendo alle domande del pm Nicola Scalabrini ha dichiarato: ‘’La truffa era finalizzata a beneficiare di un grosso sconto assicurativo. Infatti, tutte le auto entravano nella classe prima, ma avrebbero dovuto essere nella 18esima. Tutto scaturì da una lettera che ci pervenne nel febbraio 2009 in cui un nostro assicurato ci chiedeva di approfondire un caso su due mezzi che sarebbero stati assicurati con noi, ma lui affermava di disporre di un solo mezzo e non era assicurato con noi. Poi, noi abbiamo chiesto all’agenzia presso la quale erano stati stipulati i contratti. Tuttavia, l’11 febbraio, ci giunse una seconda lettera dallo stesso utente, che si smentiva dicendo di avere due mezzi. Ma le firme sulle lettere erano diverse. L’uomo era Francesco Lo Grasso. Ci siamo insospettiti e abbiamo avviato delle indagini, dando incarico ad un investigatore privato. Le polizze erano vere, ma i documenti per la stipula erano falsi. La truffa consisteva nel cambio del premio. Per 40 mezzi, la somma che avrebbero dovuto era di circa 55mila euro’’.