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06/11/2014 06:10:00

Il nuovo assessore all'economia Baccei alle prese con una Sicilia vicina al default

 Sono tante le sfide che attendono Alessandro Baccei, il nuovo assessore regionale all'Economia, che di fatto è un commissario imposto da Renzi e Delrio a Crocetta ("Non lo conoscevo - ha detto Crocetta - ma Delrio mi ha parlato benissimo di lui"). Baccei dovrà mettere ordine nei conti della Regione, tagliare gli sprechi, vigilare su quanto richiesto da Roma a Palermo. La situazione economica della Sicilia è sempre più preoccupante. Il debito complessivo è di  5.394 milioni di euro: 5.143 a proprio carico e 251 da rimborsare dallo Stato, in lieve flessione rispetto al precedente anno 2012 (5.683 milioni di euro). Il miglioramento  "tuttavia - scrive la Corte dei Conti - è solo apparente e di natura contingente", poiché legato all'accensione di due nuovi prestiti, rispettivamente di 227 e 146 milioni, con la Cassa Depositi e Prestiti. Tra stipendi e pensioni la Regione spende ogni anno un miliardo e mezzo di euro (1,597) dei quali 954 milioni per i soli stipendi. La Regione conta  20.000 persone in organico, e su 7.300 persone nelle società partecipate, con la media più alta in Italia tra dipendenti e dirigenti. C'è infatti un dirigente, alla Regione, ogni otto dipendenti, mentre la media nazionale è di uno ogni 16. 

Per Rosario Crocetta "se lo stato di salute dei conti della Regione è disastroso ciò è dovuto a quindici anni di scempio". E il presidente non si sente neanche commissariato, anzi. "C'è aria nuova - dichiara - nel rapporto con Palazzo Chigi: si fidano di noi, gli abbiamo dimostrato che stiamo facendo di tutto per riparare agli errori senza però massacrare le imprese e i cittadini siciliani".  L'unica soluzione, per la Regione Siciliana, sembra quella di aumentare le tasse. Ma Crocetta giura: "Noi non aumenteremo di un centesimo le tasse, è stata la nostra linea d'azione sin dall'inizio: tagli agli sprechi e lotta alla corruzione, senza pesare sul tessuto economico e sulle famiglie".
Anche sull'eccessivo numero di personale, Crocetta è tranquillo: "Fa parte del nostro piano di riduzione degli sprechi, siamo già a buon punto, compreso il nuovo piano sui forestali con progetti di riqualificazione anche a tutela dell'ambiente e del rischio idrogeologico, oltre che con un piano di esodi progressivi".

Crocetta getta acqua sul fuoco, ma la Sicilia sembra sempre più vicina al default. Lo scorso 3 Luglio la Corte dei Conti (Sezioni Riunite) ha emesso il suo giudizio sul rendiconto 2013 della Regione, dando una certificazione solo "parziale". Insomma, ci sono conti che non sono a posto. 

Il bilancio della Regione, per i magistrati contabili, presenta un aumento del 6,3% di spesa corrente rispetto al 2013 (in tutto 16,419 milioni), evidenziando «la difficoltà di operare un intervento significativo sull'aggregato della spesa per effetto della rigidità delle sue componenti strutturali», con l'89% delle risorse complessive "ingessate" e il «serio rischio, per il futuro» del «mantenimento dei necessari equilibri di bilancio».  

La Corte dei Conti, nella sua relazione, non risparmia neanche Crocetta. "Dei dieci disegni di legge di iniziativa governativa, soltanto cinque - certifica la Corte dei conti - sono stati accompagnati dalle relazioni tecniche che, tuttavia, non sempre appaiono sufficienti per conoscere e valutare appieno gli effetti finanziari reali». La Corte, inoltre, «esprime forti perplessità rispetto alle leggi di spesa approvate dopo la legge di bilancio, il cui impatto potrebbe alterare gli equilibri finanziari complessivi». E dunque invita il governo regionale a «ad una più attenta osservanza del dettato normativo al fine di preservare gli equilibri di bilancio».