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10/11/2014 06:00:00

Trapani, il gettone di presenza, l'antipolitica ad orologeria

 Inizia ad assumere le sembianze dell'antipolitica l'aumento del gettone di presenza del consiglio comunale di Trapani. In aula molti avevano paventato l'atmosfera vissuta lo scorso anno durante le proteste per la Tares, ed il piatto è presto servito. Infatti, in seguito alla votazione del 30 ottobre, sui social network è impazzata la caccia al consigliere. In ben che non si dica su Facebook è comparsa anche l'idea di replicare la manifestazione dello scorso anno, qualcuno ha preso la palla al balzo e l'appuntamento è presto fissato: il 25 novembre tutti in piazza.
E' bastato veramente poco per mobilitare decine di adesioni ed i consiglieri hanno dovuto correre ai ripari puntualizzare la loro posizione. Alcuni di loro (come Francesco Guarnotta di Articolo 4), hanno detto che rinunceranno all'aumento di stipendio. Altri hanno detto che lo devolveranno in beneficienza. Altri ancora hanno dovuto chiarire che l'astensione ha valore contrario nelle votazioni. Benzina sul fuoco per l'antipolitica organizzata che, in preda all'indignazione, continua la condivisione in massa delle facce dei consiglieri favorevoli all'aumento. Tutto naturale? Non proprio. Per comprendere l'evoluzione della vicenda, infatti, bisogna riavvolgere il nastro  facendolo tornare al 21 luglio. In quei giorni il consiglio si riuniva in una delle ultime sedute invernali ed in discussione c'era una «modifica al regolamento» sullo status finanziario di consiglieri comunali. A proporre la delibera, a nome della giunta, è l'assessore Salvatore Parisi. Si tratta di una modifica agli articoli 8 e 8bis, quelli che legano lo stipendio dei consiglieri allo «stipendio massimo previsto» dal sindaco. Nei mesi precedenti a quella data, il consiglio aveva discusso più volte con l'amministrazione ed in una vera e propria trattativa era riuscito a trovare l'intesa sulla modifica del regolamento legando legando lo stipendio dei consiglieri non più allo stipendio «comunque effettivamente percepito» bensì «all'indennità massima prevista».
La modifica è stata votata il 21 luglio, ma in quei giorni i venti dell'antipolitica soffiavano altrove. Alla votazione, che ha avuto esito favorevole, hanno partecipato in 19 e l'esito ha visto un contrario (La Pica), un astenuto (Lamia) e 17 favorevoli (G.Bianco, Ferrante, Cafarelli, Vassallo, Mannina, Carpitella, Sveglia, Barbera, Pumo, Guarnotta, La Porta, Bruale, A.Bianco, Cavarretta, Ravazza, Giarritano, Felice). E' questo il momento in cui il consiglio comunale ha deliberato il proprio aumento di stipendio da 1200 a 1700 euro, ma di questa «modifica» non c'è traccia neppure nelle cronache politiche di quei giorni. Non solo. Con la votazione del 21 luglio, il consiglio, non fissava paletti cronologici sull'aumento rendendolo immediatamente in vigore, è soltanto con l'emendamento del 30 ottobre che la «modifica» diverrà esecutiva a partire dal 2015.
Della votazione, del 21 luglio, negli ambienti politici, ne erano chiaramente tutti a conoscenza ed è parecchio singolare che dietro alla mobilitazione di massa del 25 novembre ci sia un movimento politico (Cives, animato da Piero Spina, recentemente candidato all'Ars con il Psi di Nino Oddo). Dall'appuntamento in piazza in molti si stanno discostando, ricordando i picchi di deriva sfiorati lo scorso anno durante le proteste per la Tares, ma in realtà molti hanno capito che dietro quest'ennesimo vento di antipolitica potrebbe celarsi l'ennesima mossa dei rais politici trapanesi. Nel loro calendario ci sono due date cerchiate di rosso: 25 novembre, manifestazione in piazza; 26 novembre, sentenza sul sindaco Damiano. Due date da non fallire.

Marco Bova