Il Marsala, il vino liquoroso più famoso d'Italia, è a rischio per il continuo aumento delle accise. A lanciare l'Sos è Federvini che a Palermo, presso la sede di Confindustria Sicilia, ha diffuso i dati relativi al comparto, in occasione del dibattito "Allarme accise. A rischio il futuro del Marsala". Il Marsala produce novanta milioni di euro di fatturato l'anno, con 15 aziende siciliane produttrici e oltre mille addetti nella filiera allargata. Come ricorda Federvini, gli incrementi delle accise sugli spiriti e sui prodotti intermedi, che interessano anche il Marsala, raggiungeranno infatti quota +30% a gennaio 2015.
L'impatto di questa manovra sul fronte occupazionale, secondo quanto stimato da uno studio condotto da Trade Lab per Federvini, comporterebbe il taglio di oltre 6.700 posti di lavoro a livello nazionale, indebolendo gravemente un settore produttivo che esprime alcune eccellenze regionali molto famose al mondo, tra cui il Marsala. In particolare, secondo Trade Lab, in un mercato che già mostra una variazione tendenziale media delle vendite pari al -3,7% a volume e -1,4% a valore, il maggior gettito ipoteticamente generato dalla crescita delle accise al 30% risulterebbe neutralizzato dagli effetti derivanti da un'ulteriore contrazione delle vendite pari al -9,4% a volume, con circa 23 milioni di litri persi.
“Dal primo gennaio di quest’anno – ha dichiarato durante la conferenza Diego Maggio – l’aumento d’accisa che ha interessato il vino Marsala è stato pari a 78,81 euro per ettolitro, appena due mesi dopo l’ulteriore aumento è arrivato a ben 80,71 euro. Dal primo gennaio 2015 l’aumento di accisa si attesterà a 88,67 euro per ettolitro. Questi aumenti potrebbero essere il ‘colpo di grazia’ per numerose nostre aziende, specialmente per quelle che sostanziano il proprio fatturato vendendo nel mercato italiano, che registra una spaventosa e repentina crisi dei consumi”.