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19/11/2014 06:30:00

Prusst. Dopo 16 anni a Marsala nulla di fatto. Ecco perchè

Sedici anni, e nulla di fatto. Un po’ la lentezza della burocrazia, un po’ le regole poco chiare, un po’ la poca convinzione dei privati. Oggi, del PRUSST, a Marsala non rimane quasi niente. Solo un’idea di sviluppo, che dai tecnici comunali viene raccontata quasi con rassegnazione, e dai privati che dovevano investire come occasione mancata. Era il 1998 quando il Ministero dei Lavori pubblici emanava il decreto dei PRUSST, i “Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio” che avevano l'obiettivo di realizzare, all'interno di quadri programmatici organici, "interventi orientati all’ampliamento e alla riqualificazione delle infrastrutture, all'ampliamento e alla riqualificazione del tessuto economico-produttivo-occupazionale, al recupero e alla riqualificazione dell'ambiente, dei tessuti urbani e sociali degli ambiti territoriali interessati".
Il Prusst che riguardava la provincia di Trapani era quello avviato dal Comune di Castelvetrano, come ente capofila, e i comuni di Marsala, Alcamo, Calatafimi e Campobello. Si chiama Prusst “Sicilia-Terre d’Occidente”.
Per gli enti pubblici i Prusst significavano finanziamenti per opere di riqualificazione urbanistica. A Marsala, ci spiegano dal Comune, sono arrivati soltanto 135 mila euro circa per il centro informativo all’interno del costruendo Monumento ai Mille. Il tutto su oltre 3,2 milioni di euro stanziati per l’accordo di programma Terre d’occidente. Di questi il 74,91% erano destinati per edilizia pubblica e privata, il 6,46% per opere in ambito di viabilità e trasporti, il 4,75 per opere di tutela ambientale, il 13,88 opere varie.
Poi c’è la parte che riguarda gli investimenti privati. In sostanza i privati si impegnano ad investire per creare sviluppo economico, con attività produttive oppure, come nella maggior parte dei casi, nel settore turistico, ottenendo per le aree dove vogliono investire la variante di destinazione d’uso da parte del Comune senza troppe trafile. Mentre nelle normali procedure il privato, se ad esempio vuole costruire un albergo in un’area agricola, per ottenere la variante occorre che nel territorio non ci siano altre aree disponibili, classificate con la destinazione d’uso indicata, con il procedimento Prusst viene bypassato questo criterio. Il Comune in cambio ottiene gli oneri di urbanizzazione. Serve per sveltire le procedure. Quando tutto è cominciato, quando venne emanato il decreto e poi il bando, per Marsala arrivarono circa 120 progetti. Tra questi c’erano anche idee per trasformare le cantine dismesse del centro città, quella in via Mazara, quelle nei pressi del porticciolo, in via Filippo Noto. E oggi, che ne è stato? Niente, nessuno di questi progetti è arrivato a conclusione. E adesso che i termini sono scaduti i privati sono infuriati, perchè si sono persi dei finanziamenti che potevano ottenere, ad esempio con la legge 488, una volta concluso l’iter per la variante. Magari, in alcuni casi, si sono ottenuti lo stesso, aggirando un po’ le regole, perchè la richiesta di contributo statale con la 488 poteva essere richiesto anche se la procedura Prusst non era ancora terminata.
Ma dicevamo che i termini sono scaduti ed è saltato tutto. Poco a Marsala, ma tanto nelle altre città. A Castelvetrano la fetta maggiore, e sembra che il sindaco Felice Errante voglia interpellare il prefetto per gestire la vicenda. I privati danno la colpa al Comune di Marsala e i suoi dirigenti, perchè avrebbero perso tempo e fornito in ritardo i documenti richiesti alla commissione di vigilanza. La burocrazia marsalese invece non ci sta: “A dire il vero tra i progetti privati c’erano solo delle idee, poca roba”. Tra questi il Borgo della Pace ad esempio, che inizialmente è stato inserito nei Prusst, poi si è optato per il classico “articolo 5” per ottenere la variante dal consiglio comunale. Il Borgo della Pace ha avuto un iter molto più snello degli altri 120 progetti, anche perchè aiutato dalla finanziaria del 2005 approvata quando, il titolare di fatto del Borgo Massimo Grillo, era deputato di maggioranza col governo Berlusconi, ed è riuscito a ottenere 600 mila euro per quello che sarebbe diventato un hotel nell’ambitissima Riserva dello Stagnone. A proposito di vincoli ambientali nel 2001 alla Camera il deputato Turroni Sauro presenta una interrogazione in cui sostiene che ci siano poche garanzie per l’ambiente nel decreto sui Prusst con il rischio che si trasformino in occasione di speculazione edilizia.
Perchè, allora, tutto si è arenato? Proroghe su proroghe, dopo 16 anni, in Gazzetta ufficiale, a giugno, viene pubblicato l’ultimo decreto di proroga sui Prusst. E’ a firma del Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e dice sostanzialmente ai Comuni: “entro 120 giorni dovete presentare i rendiconti di quanto via abbiamo dato per le opere pubbliche”. Scaduto questo termine salta tutto, anche le procedure per i privati, spiegano dal Comune di Marsala, e viene annullata l’ulteriore proroga. Ora i privati sostengono che ci sia stata l’inerzia da parte dei burocrati marsalesi. Michele Gandolfo, consigliere comunale del Psi, ha chiesto l’intervento del dirigente Luigi Palmeri in commissione accesso agli atti per parlare della faccenda. Dal Comune, il dirigente Giuseppe Giacalone che in questi anni ha seguito le procedure, spiega che due giorni prima della scadenza il Comune di Marsala ha inviato al Comune di Castelvetrano (ente capofila) la rendicontazione dei 135 mila euro ottenuti per il monumento ai Mille (di cui ne sono stati spesi 120 mila). Da qui arriva alla commissione di vigilanza, che un giorno prima della scadenza avrebbe deciso che era troppo tardi per esaminarla e dare l’ok. Finisce, in sostanza, con un buco nell’acqua, chili di carte intestate, e un bel nulla di fatto la lunga storia di questi Prusst.