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02/12/2014 06:35:00

Criminalità nel centro storico, allarme tra i commercianti a Marsala e Trapani

 Torna a crescere l'allarme nelle nostre città per l'aumento di episodi di microcriminalità diffusa nel centro storico. A Marsala Via XI Maggio e Via Roma, il salotto buono della città, non vivono certo un periodo facile come tutto il centro, per le ormai note problematiche legate alla pubblica illuminazione, per una mancanza generale di pulizia e di decoro, che dovrebbe essere tamponata ora in vista del Natale. A ciò i commercianti aggiungono l'aumento di persone che si dedicano a piccoli furti, chiedono pesantemente i soldi per il posteggio o fermano i passanti insistendo minacciosamente per avere degli spiccioli di euro.  Idem a Trapani, dove la situazione è più grave, e gli abitanti hanno sottoscritto una petizione da presentare in Questura per chiedere che venga rafforzato il controllo del territorio.

Commercianti e residenti fanno fronte unico per dire «Stop alla violenza del sabato sera nella zona del centro storico». In 360 – in due giorni - hanno risposto all’iniziativa di Alessandro Gandolfo che ha avviato una raccolta di firme per chiedere maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine per tenere a bada i malintenzionati che agiscono in quella che in molti definiscono la «terra di nessuno». La petizione è stata consegnata alla questura, al comando provinciale dei carabinieri, alla polizia municipale e alla Prefettura. Troppe aggressioni nella zona antica della città si verificano, puntualmente, nel fine settimana.
«E’ giunto il momento – dice Alessandro Gandolfo – di dire basta a d episodi di violenza di cui sono vittime abitanti e commercianti e che rischiano di allontanare i turisti. Il centro storico deve ritornare ad essere una zona sicura dove poter trascorrere le serate senza correre il rischio di essere aggrediti e malmenati per futili motivi».

  Il problema però è la carenza di mezzi delle forze di polizia. Recentemente è stata presa di mira una rivendita di tabacchi, mentre la sera sono tanti ubriachi e violenti che si aggirano nel centro storico. La situazione è nota al Questore, Maurizio Agricola, che dal canto suo ha concentrato l'azione sui quartieri periferici della città, lavorando in sinergia con gli uffici del Comune. Di recente un'operazione di controllo e pulizia è stata fatta nella zona del porto, ed è probabile che presto coinvolga anche tutto il vecchio quartiere del centro storico. Al di là di ciò si aggiungono le risse, sempre più frequenti, anche tra minorenni, come il caso, che abbiamo raccontato nei giorni scorsi, delle due ragazzine che si sono picchiate venerdì sera in Via Garibaldi, con la sedicenne costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Già qualche mese fa, inoltre, era stata individuata una banda di "bulli" di sedici - diciotto anni che si divertiva a distrubare i turisti o gli altri ragazzini, pestandone alcuni senza un reale motivo.

L'allame sicurezza riguarda più in generale i commercianti, e non solo a Trapani e a Marsala ma in tutta la Sicilia. Nella nostra isola  quattro commercianti su dieci sono convinti che la sicurezza della propria attività sia peggiorata negli ultimi sette anni. È questo uno dei risultati di una ricerca che Confcommercio ha realizzato con il supporto di GfK Eurisko, facendo un raffronto tra i dati del 2007 e quelli del 2013. Un'indagine sulla criminalità che colpisce le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti che misura lo stato di salute nel settore «indagando» non solo sulla percezione sull'andamento della criminalità, ma anche sull'esperienza diretta e con la criminalità, sugli autori e sulla natura delle minacce o delle intimidazioni subite, le richieste di pizzo, fino al fenomeno del taccheggio e dell'abusivismo. In Sicilia ad esempio non solo quattro commercianti su 10 pensano che la loro sicurezza e quella della loro attività sia peggiorata ma uno su quattro ha dichiarato di avere avuto un'esperienza con episodi di criminalità  Tra coloro che che ha detto di avere subito minacce o intimidazioni, in Sicilia, uno su tre ha spiegato di averle subite da esponenti della criminalità organizzata. Le minacce sono state nella stragrande maggioranza dei casi di natura psicologica, ma il 31% dei commercianti minacciati ha detto di avere subito dei danneggiamenti. Quasi due terzi di coloro che hanno ricevuto richieste di pizzo hanno detto «no», ma vi è un 27% per cento che ha detto di avere accettato di pagare (e un terzo di essi pure subito). Il dato siciliano - da questo punto di vista - è comunque in linea con quello nazionale. Un po' più della metà dei commercianti (il 53%) ha detto di avere messo in atto misure per garantire la sicurezza della propria impresa. Secondo quanto emerso dall'indagine di Confcommercio il 74% dei commercianti siciliani ritiene che una maggiore protezione sul territorio da parte delle forze dell'ordine sia la misura più efficace per proteggere la propria azienda, ma è molto nutrita la schiera di chi chiede la certezza della pena. Poi c'è il dato dei taccheggi: in Sicilia il 46% per cento dei commercianti ha dichiarato di essere stato vittima di taccheggio e cioè ha subito furti di merce esposta da parte dei «clienti» (nella sola Catania il dato è del 42% e a Palermo è del 32%). In Sicilia, secondo il dato di Confcommercio, il fenomeno taccheggio appare comunque meno diffuso rispetto alla media nazionale.