I laboratori di analisi non dovranno restituire alla Regione i 150 milioni extra incassati negli ultimi dieci anni a titolo di finanziamenti pubblici al settore. È l’effetto di una pronuncia del Tar che venerdì ha offerto l’ultimo colpo di scena in una vicenda giudiziaria contorta che ha aperto una guerra fra la Regione e una delle categorie più forti nella sanità, i 1.500 laboratori di analisi convenzionati.
La Regione ha sempre finanziato i laboratori di analisi applicando un proprio tariffario. Negli anni del governo Cuffaro si pose il problema di adeguarsi al meno favorevole (per i privati) tariffario nazionale ma, in seguito alle proteste, fu decisa una fase transitoria in cui tutto venne congelato in attesa che i tribunali valutassero i ricorsi immediatamente avviati. Due anni fa il Tar ha ordinato alla Regione di applicare il tariffario più rigido. E ha anche ordinato di applicarlo retroattivamente: dunque non solo vanno tagliati del 40% i finanziamenti ordinari ma vanno trattenute delle somme per recuperare gli extra erogati negli anni precedenti.
Contro questa sentenza c’è stato un altro ricorso al Cga, che in prima battuta aveva concesso la sospensione del recupero delle somme. Secondo i laboratori era prevista anche una nuova pronunzia del Tar che invece ha deciso solo di prendere atto della sospensione concessa dal Cga e di attendere quindi la pronunzia definitiva nel merito dei giudici amministrativi di secondo grado.
«Nell’attesa però – spiega Mimmo Marasà, leader del Citds, associazione fra le più rappresentative – nessun recupero in costanza di sospensiva può essere disposto dalla Regione e dalle Asp e le somme già eventualmente recuperate, devono essere restituite ai laboratori».
Vicenda chiusa? Niente affatto. L’assessorato alla Sanità ha preso tempo per valutare la sentenza.