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11/12/2014 07:25:00

Inchiesta sulla gestione dei rifiuti di Ato, Aimeri e Sicilfert. Tutti rinviati a giudizio

Saranno processati davanti il Tribunale di Trapani (prima udienza il 12 febbraio) i sei personaggi coinvolti nell’indagine della Dda sul sistema, secondo l’accusa “illegale”, di raccolta e smaltimento dei rifiuti gestito dall’Ato Tp1 in diversi Comuni della Provincia di Trapani. A rinviarli a giudizio è stato il gup di Palermo Marina Petruzzella. Alla sbarra saranno Salvatore Alestra, ex direttore dell’Ato Tp1, il direttore area Sud dell’Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, il capo impianto del cantiere di Trapani, Salvatore Reina, Michele Foderà, amministratore di fatto della “Sicilfert” di Marsala, Pietro Foderà, socio e responsabile dei conferimenti nella Sicilfert, e Caterina Foderà, responsabile amministrativo della stessa società. Ad Alestra e Colimberti è contestato il reato di corruzione, che sarebbe stato commesso a Trapani, mentre agli altri il conferimento e il traffico “illecito” di rifiuti (reato commesso a Marsala). Dall’indagine della Dda è sostanzialmente emerso che l’Aimeri Ambiente “sin dall’inizio” non avrebbe differenziato i rifiuti, vanificando così l’opera di migliaia di cittadini, ai quali, per altro, negli ultimi anni sono state recapitate bollette sempre più salate. A Marsala praticamente triplicate nel giro di un triennio. Il nuovo sistema, infatti, ha visto aumentare a dismisura, come evidenziato dalla commissione consiliare d’inchiesta presieduta dal socialista Michele Gandolfo, il costo di raccolta e smaltimento dei rifiuti. E la ‘’differenziata’’, che ha richiesto l’impiego di un maggior numero di netturbini, secondo gli investigatori, in realtà non sarebbe stata attuata. Vanificando così anche l’impegno di quei cittadini che, quotidianamente, hanno separato i vari tipi di rifiuti. Il gup ha, poi, rigettato l’istanza dei legali dell’Aimeri che avevano chiesto di escludere la società dal novero dei responsabili civili, lamentando la loro assenza (perché non convocati) in alcuni atti d’indagine “irripetibili”. Alla richiesta, nella precedente udienza, si era opposto l’avvocato di parte civile Luigi Cassata, legale del Comune di Marsala, spiegando che “sono sufficienti gli altri d’indagine per affermare le responsabilità dell’Aimeri”. E il gup ha dato ragione all’avvocato Cassata. Ammessa, infine, la costituzione di parte civile avanzata da alcune associazioni ambientaliste.