Il dottor Giuseppe Milazzo, direttore dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’ospedale di Marsala, nonché segretario nazionale e tesoriere della Società italiana di gastroenterologia, è stato tra i relatori, a Roma, al decimo corso annuale della categoria. Un’assise scientifica nel corso della quale è emerso che le malattie gastroenterologiche, con un milione e mezzo di ricoveri l’anno, rappresentano la prima causa di ospedalizzazione in Italia e molti di questi casi giungono in ospedale come emergenze. La convention ha rappresentato il più importante appuntamento dell’anno per la gastroenterologia italiana e vi hanno partecipano oltre 200 gastroenterologi arrivati da ogni angolo dello Stivale. “Prioritaria – ha sostenuto il dottor Milazzo, al pari del presidente nazionale Antonio Balzano - è l'organizzazione in ciascuna regione di una rete dell’emergenza gastroenterologica, che dovrebbe costituire il riferimento per definire le dimensioni e le caratteristiche delle unità operative negli ospedali. In particolare, considerato che le patologie gastroenterologiche con presentazione urgente hanno una mortalità del 2% quando sono trattate in unità di gastroenterologia contro il 5% in unità non specializzate, ritengo che a ogni Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) debba essere associata un’unità di gastroenterologia. In Italia oggi, invece, vi sono 174 unità di gastroenterologia a fronte di 351 DEA attivi”. Per rappresentare la gravità delle emergenze in gastroenterologia è sufficiente illustrare i dati che descrivono la principale di queste patologie: l’emorragia digestiva. Si tratta, infatti, di una manifestazione clinica grave, che ha un’elevata incidenza: ogni anno, infatti, in Italia circa 130 persone su 100.000 sono colpite da emorragia del tratto digestivo superiore e circa 30 su 100.000 da emorragia del tratto digestivo inferiore. La sua gravità, però, è spesso sottovalutata:
questa patologia, infatti, registra in pronto soccorso una mortalità simile a quella dell’infarto (5- 6%) ma non è percepita come altrettanto pericolosa. Purtroppo, nel più recente Patto per la salute sono previsti tagli all’erogazione di prestazioni e servizi che mettono a rischio i livelli minimi assistenziali. Un esempio ne è la netta riduzione complessiva del numero delle unità operative complesse: circa il 20-25% di esse potrebbe essere eliminato mediante accorpamenti o trasformazione in unità operative semplici. Tra queste, vi saranno anche unità di gastroenterologia.
Ciò potrebbe comportare gravi rischi per la salute dei pazienti. Già oggi le patologie dell’apparato digerente sono affrontate in maniera spesso inappropriata: solo il 9% dei pazienti è ricoverato in gastroenterologia. Ciò comporta, per esempio, che la maggioranza dei malati di patologie gastroenterologi sia ricoverato per più tempo del necessario (8,4 giorni nei reparti generalisti a fronte di 6,7 nelle unità dedicate) e si registri una mortalità maggiore (5,1% a fronte del 2,2% in gastroenterologia). Se si prendono in considerazione le sole emorragie digestive superiori, che in Italia colpiscono ogni anno 70.000 persone, si potrebbero risparmiare 140.000 giornate di degenza se tutti i casi fossero gestiti nel giusto reparto. L’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri (Aigo) raccoglie da oltre quaranta anni gli esperti di gastroenterologia ed endoscopia digestiva che operano negli istituti ospedalieri italiani. Suoi obiettivi sono la tutela della disciplina e dei suoi specialisti e la promozione della conoscenza, della prevenzione, della cura e della riabilitazione delle malattie gastroenterologiche.