Allevatori e titolari dei caseifici della Sicilia occidentale hanno trovato un accordo «temporaneo» sul prezzo del latte: 82 centesimi al litro, iva compresa. Scongiurata, dunque, almeno per il momento la minacciata «serrata». L'«Unione pastori siciliani» (270 associati che operano nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento) annuncia, infatti, che la battaglia continua. L'obiettivo è arrivare a spuntare 90 centesimi (più iva) al litro. «Per permettere - si afferma - al settore zootecnico di sopravvivere». In ogni caso, un primo obiettivo gli allevatori di pecore, capre e mucche l'hanno raggiunto. Finora, il latte era stato loro pagato da 68 a 75 centesimi al litro.
La «serrata» era stata annunciata sabato scorso con una nota inviata anche all'assessore regionale all'agricoltura Nino Caleca.
«Nel resto d'Italia - evidenziarono gli allevatori - il latte è quotato in media un euro al litro più iva, noi chiediamo 80 centesimi più iva. La nostra è una battaglia per la sopravvivenza». Ognuno dei pastori associati (la sede dell'Ups è a Marsala) alleva non meno di 500 capi di bestiame.