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15/12/2014 06:00:00

Porto di Trapani tra frodi e predatori. Parla il comandante della Capitaneria, Guccione

 

In uno dei momenti di maggiore stallo per il porto di Trapani lo scorso novembre si è insediato a capo della Capitaneria provinciale il nuovo comdandante. Si tratta di Giuseppe Guccione, originario di Campobello di Mazara con un passato alla direzione marittima di Palermo. Un mese abbondante di ambientamento che ha subito riempito la sua scrivania dei faldoni che riguardano le questioni più calde del porto di Trapani. Un area che stenta a decollare tra “evidenti frodi nelle pubbliche forniture” (come per esempio il caso del sequestro Morici) e predatori di mercati privi di un sistema di autority. In questa selva si fanno spazio problematiche strutturali che potrebbero rappresentare un vero e proprio volano per l'intera area.

Che idea si è fatto del porto di Trapani e su cosa sta lavorando?
In questo primo periodo ho avuto modo di ambientarmi, ho incontrati diversi attori del porto e da questi sono emersi dei punti di particolare condivisione. Una di queste ad esempio è il dragaggio del porto. Questo è stato uno dei temi di discussione, se ne è parlato con il Consorzio del Porto e con altri soggetti. La richiesta è quella di iniziare dei lavori che siano in grado di aumentare la capacità di pescaggio da otto a dodici metri. Poi c'è la questione dell'area del Nuovo Ronciglio. A riguardo ho incontrato l'amministratore giudiziario. Lì manca veramente poco. La gestione è passata all'Agenzia dei Beni confiscati e dovranno dare in appalto dei lavori per la conclusione dei lavori. Non ci sono tempi certi, nonostante manchi soltanto il completamento di una piccola parte della costruzione.

Un altra questione è quella dell'ex area dei Cantieri Navali. In questi mesi si è svolta la vendita fallimentare dei beni del valore di 200.000 euro che farcivano l'aerea demaniale mentre è ancora in corso la selezione delle società che hanno richiesto di aggiudicarsi la gestione della struttura.
La vendita fallimentare si è conclusa il 5 dicembre. Ad aggiudicarsi tutti i beni mobili è stata una società marchigiana ed ho già dato mandato ai nostri uffici di invitarli a sgomberare l'area. Per quanto riguarda l'area demaniale la Capitaneria ha istruito la pratica, abbiamo ricevuto le richieste di concessione, verificato la documentazione ed inviato tutto al Ministero dei Trasporti. La nostra si è trattata di un attività amministrativa in grado di selezionare le proposte, mantenendo fede alla destinazione formale dell'aerea, ovvero la cantieristica.

Sulle diverse zone che costellano il porto di Trapani l'assenza di un Autorità portuale ha lasciato degli evidenti vuoti normativi e nei mesi scorsi si è discusso di un eventuale annessione all'Autorità portuale di Palermo. Può spiegarci la sua visione?
Chiaramente non spetta all'Autorità marittima (cioè la Capitaneria) fare delle valutazioni in merito allo sviluppo economico dell'area. Tuttavia, secondo il mio parere, Trapani ha delle ottime possibilità. Tutto ciò passa dal nuovo riassetto delle Autorità portuali. Il porto deve avere una progettualità, deve avere idea di quello che vuole fare, attualmente questo compito è stato delegato ai privati e io ritengo che bisogna riflettere bene sull'Autorità portuale che in alcuni casi può essere vincente. Tutto dipende da come vengono gestite. Che ci sia un organismo che si occupi dello sviluppo del porto è necessario.

Poi c'è il piano regolatore portuale che a Trapani è fermo al 1962, può spiegarci come potrebbe cambiare l'area e soprattutto ci dica, se ne sta discutendo?
Il piano regolatore va rivisto. Stiamo parlando di opere di potenziamento sia in termini di sicurezza che di funzionalità. Ne ho già parlato con il genio civile e proprio in questi giorni incontrerò il Comune di Trapani. Il piano portuale deve armonizzarsi con il piano della città, di conseguenza va realizzato in intesa con l'amministrazione comunale. Ad esempio se si vuole fare un porto turistico bisogna dare un impronta all'intera area. Gia ci sono degli studi interni dei nostri uffici, nel 2001 la pratica ricevette un parere positivo del consiglio superiore dei lavori pubblici, poi si fermo sulle valutazioni d'impatto ambientale. Allo stato attuale siamo con un piano del 1962 molto generico. L'approvazione di un nuovo piano potrebbe essere un rilancio.

Marco Bova