Presto arriveranno i soldi per la Ryanair. E finirà così una telenovela durata anche abbastanza, che riguarda l’accordo di co-marketing per far restare la compagnia lowcost irlandese all’aeroporto di Trapani-Birgi. I soldi che devono arrivare sono quelli dei Comuni della provincia di Trapani che, chi più chi meno, partecipano alla grande colletta. Tutti i Comuni hanno approvato i bilanci di previsione in cui sono previsti i fondi per l’accordo sottoscritto con il vettore, o meglio con chi gestisce per conto suo il marketing. Soldi che servono a non far andare via la Ryanair da Birgi, anche se il colosso irlandese sta gradualmente, e ormai da tempo, puntando l’attenzione su Palermo e Comiso in Sicilia e ha più volte minacciato di andarsene. In questi giorni i Comuni verseranno quindi i soldi, Marsala e Trapani 300 mila euro a testa, fino ad arrivre a 2 milioni di euro che ogni anno, per i prossimi tre anni, dovranno essere versati. Dicono che contribuiranno al potenziamento dell’aeroporto, sarà così?
“Abbiamo dovuto richiedere chiarimenti e delucidazioni alla Commissione Europea per fugare definitivamente dubbi, ancora esistenti, circa possibili responsabilità contabili in capo ai pubblici amministratori che aderiscono all'azione di co-marketing. Possiamo ora adempiere gli obblighi assunti in quanto sono stati approvati i bilanci di quasi tutti i Comuni e perché gli approfondimenti esperiti dai legali e dai tecnici del Comune di Trapani, che si era fatto carico, per conto di tutti gli enti, danno garanzia di legittimità e di rispetto delle norme comunitarie” ha detto il sindaco di Trapani Vito Damiano. I Comuni però vogliono avere più potere decisionale sulle strategie per l’aeroporto. Questo si sono detti i sindaci e gli amministratori locali che si sono riuniti la scorsa settimana. “I Comuni - ha aggiunto Damiano - non si devono fermare soltanto alla partecipazione economica ma devono essere parte attiva anche sulla scelta delle compagnie aeree che possano dare ulteriore sviluppo al territorio”. In tutto questo affare la Camera di Commercio di Trapani ha fatto da cabina di regia delle operazioni, con l’aiuto del Prefetto Leopoldo Falco.”I sindaci hanno dato prova di un grande senso di responsabilità. Adesso dobbiamo continuare a lavorare insieme per fare crescere sempre di più il nostro aeroporto” ha detto Giuseppe Pace, presidente della Camera di Commercio.
Pagare e sorridere, ma non tutto fila per il verso giusto all’aeroporto Vincenzo Florio e all’Airgest. La società di gestione nelle scorse settimane ha aumentato il proprio capitale di 7 milioni di euro, di cui oltre 3 milioni versati dalla Regione. Ma c’è un costante problema di trasparenza nella Airgest che, ricordiamolo, è una società a partecipazione pubblica, con la Regione socio di maggioranza dopo aver preso il posto della Provincia di Trapani. E le società a partecipazione pubblica devono rispettare gli obblighi di legge in materia di trasparenza. Cosa che non avviene all’Airgest, che sul proprio sito non pubblica nulla. E’ sempre “in allestimento” la sezione “Amministrazione Trasparente”. Bilanci, consulenze, incarichi, stipendi, bandi, acquisti: non c’è nulla di tutto questo.
Eppure, come si legge anche sul sito, all’Airgest è stato riconosciuto il Rating di Legalità dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, lo scorso 22 ottobre.
“Tale riconoscimento ufficiale suggella il valore etico di un'impresa che conduce i propri processi gestionali nella piena e costante valorizzazione della legalità”, si legge sul sito. E pazienza se non ci sono, come vorrebbe la legge sulla trasparenza, i dati sugli stipendi degli amministratori. Ad esempio il presidente Salvatore Castiglione quanto guadagna? Gli altri membri del Consiglio di Amministrazione? C’è chi parla di 7 mila euro al mese per il presidente del Cda. Il compenso annuo per il direttore generale, Giancarlo Guarrera, sarebbe invece di 180 mila euro. Il dg è di Catania, e alcuni parlano di una casa messa a sua disposizione a Trapani dall’Airgest, con auto inclusa. Cifre esorbitanti, ma sono voci. Per la certezza non è dato sapere, fin quando non verrà tolto il segreto su tutti gli atti dell’Airgest. Una pratica dovuta, ora che non solo la Regione come azionista, ma anche i Comuni con la compartecipazione all’accordo di co-marketing, stanziano soldi pubblici, cioè di tutti i contribuenti, per l’aeroporto.
Intanto stanno nascendo alcuni problemi al terminal, proprio per i conti non proprio felici dell’Airgest (anche qui, i bilanci non ci sono). Ad esempio la scala mobile che porta i passeggeri dal piano terra al piano dell’imbarco, è guasta da oltre un mese. Ai controlli sono a corto dei calzari per passare dal metaldetector una volta tolte le scarpe, con i passeggeri che camminano scalzi per superare i controlli. Anche la struttura avrebbe problemi di manutenzione, quando piove ci segnalano alcune infiltrazioni d’acqua. E poi ci sarebbe un contenzioso aperto con la ditta di pulizie, che aspetterebbe ancora di incassare fatture. Come la Ksm, l’azienda che si occupa della vigilanza in aeroporto, che vanterebbe un credito abbastanza consistente. Tutto questo, lo stato di salute dell’Airgest, preoccupa e non poco i lavoratori.