Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
20/12/2014 15:00:00

A Erice ricordata Bose e le vittime delle tratte umane

 “La tratta delle persone coinvolge ogni anno milioni di migranti, in Italia sono circa 30 mila e di questi l’80 per cento sono donne. Dati sconvolgenti che accompagnano storie di migrazione che, troppo spesso, anziché migliorare le condizioni di vita di chi arriva speranzoso nella nostra terra si trasformano in un percorso di sfruttamento e di disperazione. In molti casi la donna diventa una fonte di denaro per coloro che, senza il minimo scrupolo, ne calpestano la dignità e i diritti. Per questi motivi, esprimo il mio apprezzamento per l’iniziativa del sindaco di Erice che onorerà la memoria di Mamma Bose e di tutte le vittime delle tratte”.

Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente dell’AnciSicilia, commentando l’iniziativa di Giacomo Tranchida che ha depositato una corona d’alloro sul Lungomare Dante Alighieri in memoria di Uwadia Bose, la nigeriana che venne uccisa la vigilia di Natale dello scorso anno e abbandonata dietro in un chiosco di fiori vicino al cimitero di Custonaci.

"Qui nessun vuole fare il moralista. Ma coloro che usufruiscono dei piaceri del sesso a pagamento rischiano di essere complici del sistema" ha detto il Sindaco Tranchida. I clienti che ogni notte affollano il lungomare Dante Alighieri, spiega, indirettamente, alimentano il mercato illegale. "Abbiamo lanciato una provocazione - spiega - Mamma Bose, pur di sopravvivere in questa terra, era costretta a venire a Trapani per prostituirsi, possibilmente anche in questa zona. Noi diciamo basta". "Queste donne e questi uomini che vivono nell'ombra e i poveri - ha detto il vescovo Fragnelli - sono cittadini invisibili. Non li vediamo o facciamo finta di non vederli. Ribelliamoci a questa crescente invisibilità". Il prefetto Falco ha lanciato un appello: "Trapani è terra di accoglienza. Questa è una storia di straordinaria cattiveria, da persone che non sono più persone, sono bestie. Mamma Bose è una delle vittime che non siamo riuscite a difendere". Alla cerimonia hanno preso parte il fratello e un cugino di Uwadia Bose, autorità e una delegazione di studenti.