Lo hanno preso in molti come un gesto romantico. Una roba che in tempi di conti stretti, burocrati al lavoro, bilanci e taglia e cuci negli uffici, figura come un segno di “rinascita”, di “ricostruzione”, buon auspicio e quant’altro. E’ la decisione di comprare la vecchia Porticella di Marsala. La somma è stata inserita nel piano opere pubbliche approvato due settimane fa in consiglio comunale. 50 mila euro per comprare e installare in piazza Marconi, più o meno dove era originariamente, i pezzi dell’antica porta della città, andati a finire a Mazara. Pare che al momento si stia contrattando sul prezzo.
Stiamo parlando dei resti di una porta in calcarenite di proprietà del signor Terranova, arzillo ottantunenne mazarese, che un anno e mezzo fa aveva scritto all’Amministrazione comunale di Marsala: “Sono i resti della antica porta di piazza Porticella, li volete comprare?”. L’indomani, il sindaco Giulia Adamo ha firmato una determina con cui, evidenziando che la sua amministrazione intende “procedere al recupero e alla valorizzazione del patrimonio architettonico culturale della città”, ma che occorre prima “accertare la veridicità” di quanto affermato dal Terranova circa la provenienza di quei blocchi di pietra, ha nominato una commissione di tecnici e studiosi che dovevano stabilire se effettivamente quelli fossero i blocchi della porta a nord della città realizzata agli inizi del 1600. Della commissione sono stati chiamati a far parte l’architetto Benedetto Musillami, assessore comunale al Territorio
e ambiente, il consigliere comunale Arturo Galfano (consigliere con delega ai beni culturali), l’architetto Enrico Caruso, gli storici Giovanni Alagna, Michele Fabrizio Sala e Giovan Battista Angileri, l’architetto Gaspare Bianco, dirigente della Curia vescovile, e il segretario comunale Bernardo Triolo.
E proprio all’esito di questi studi il consigliere comunale Arturo Galfano, che ha proposto in aula l’emendamento al Piano opere pubbliche su Porticella, aveva detto “non abbiamo potuto emettere una sentenza di certezza ma di grande probabilità nel senso che, pur non potendo attestare che l’elemento architettonico in possesso del Sig. Terranova sia, senza dubbio, la vecchia Porticella, si è in grado di ritenere, tuttavia, che il materiale lapideo ritrovato possa appartenere a tale struttura”. In sostanza è quella, ma non è certo. Durante la ricerca è stato trovato anche un quadro che raffigurava la vecchia porticella. Ma il dipinto non dà elementi per poter fare una comparazione senza margine d’errore. Il dipinto è del 1850, realizzato da un pittore marsalese soprannominato “Coddo d’oca”. Ritrae porticella, diversi anni prima essere stata smontata. La vecchia porticella infatti è stata tolta dal suo posto originario nel 1892, con delibera del consiglio comunale che prendeva questa decisione perché l’antica porta “intralciava il traffico”. Poi la vende per 600 lire. Terranova, intervistato da Marsala.it, ci aveva raccontato come andarono le cose dopo lo smantellamento della porticella. Ci ha raccontato la storia di quei blocchi di calcarenite, e come ne è entrato in possesso. Furono smontati e portati a Mazara nella tenuta di un ex sindaco di Marsala. Montata, smontata e rimontata più volte, Terranova negli anni 60 ha comprato i blocchi per 100.000 delle vecchie lire.
Certi sono invece i 40 mila euro messi in bilancio per acquistarla e rimontarla in piazza Porticella. Al momento non si sa dove, perchè il vecchio posto in cui era posizionata è occupato. Quindi si troverà una soluzione alternativa per avere la quarta porta della città.