Oltra al Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia, la città di Marsala potrebbe avere altri due corsi universitari. Sono quelli di Archeologia Navale e Agronomia. Questi, a differenza del Cdl in Viticoltura ed Enologia che dipende dall’Ateneo di Palermo, dipenderebbero dall’istituzione del quinto polo universitario siciliano che si vorrebbe a Trapani.
La possibilità, ovviamente, tutta preceduta con tanti “se”, è stata comunicata in consiglio comunale, a Marsala, da Arturo Galfano. “E’ stata accolta la richiesta di audizione alla Commissione pubblica istruzione del professor Francesco Torre, ex coordinatore del distaccamento Beni culturali di Trapani dell'Università di Bologna e promotore del movimento del V Ateneo a Trapani, che già ha illustrato l'idea, con riscontri favorevoli, alle commissioni di Mazara e Trapani, nonché alla commissione regionale pubblica istruzione” ha detto Galfano.
Il percorso sarebbe molto lungo, pieno di tante condizioni. La richiesta per la trasformazione di Trapani, da polo universitario a Ateneo vero e proprio è stata avanzata diverse settimane fa. “Anche Trapani e Marsala, come altri piccoli Comuni (Camerino, Urbino e Macerata), entro un anno, potrebbero presentarsi al ministero dell'Università e della Ricerca con le carte in regola per ottenere l'autorizzazione per il V Polo universitario” ha detto Galfano.
E pensare che l’anno scorso, l’allora amministrazione Adamo, sostenuta dallo stesso Galfano, aveva addirittura proposto al consiglio comunale di togliere il Comune di Marsala da socio del Consorzio Universitario di Trapani. La proposta venne bocciata dal consiglio comunale. Ma per la giunta Adamo il Comune doveva tirarsi fuori dal Polo. A spiegare, in aula, il motivo della proposta fu l'allora assessore alla Pubblica istruzione Eleonora Lo Curto: “Sono diminuiti gli studenti iscritti e i corsi di laurea”. Potrebbero essere delle ottime opportunità per il territorio i corsi di laurea in Agronomia e Archeologia Navale, in un territorio che di storia e terra materialmente ci vive. Un grande apporto potrebbe dare il Museo Archeologico Regionale Lilibeo Baglio Anselmi, al cui interno è custodita la Nave Punica, e sono tanti altri i reperti scoperti in fondo al mare.
La collezione in questi giorni si è arricchita ulteriormente, e anche Baglio Anselmi ha il suo “Satiro danzante”. Ad affermarlo è Maria Luisa Famà, direttrice del Museo, annunciando l'esposizione per la prima volta al pubblico di un reperto, definito “preziosissimo”. Si tratta di una statuetta in bronzo di epoca ellenista, risalente al II secolo a.C., e “doveva ornare ad applique, con funzione di ansa, un grande vaso bronzeo”. Non è un oggetto nuovo dalle parti del Baglio Aselmi. Infatti è stato donato nel 1995 dallo scomparso pittore marsalese Giovanni Enzo Zerilli. Il pezzo è stato esposto in occasione della mostra dedicata all’artista, appassionato collezionista di opere.