Un rilancio sociale per i beni confiscati. E' questo il viale illuminato da Saman per il 2015. Un impegno dal basso che più volte magistrati ed addetti ai lavori hanno sussurrato indicando le best practice di gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Perché il dibattito sulla gestione dei beni confiscati è più vivo che mai. Il 2014 è stato l'anno della presa di coscienza. Concetti come sequestri e confische sono arrivati al grande pubblico ed i dubbi sui sistemi di gestione si sono infittiti sempre più. Ed è nella programmazione di Saman che tutto ciò trova libero sfogo. «Il nostro obiettivo – afferma Achille Saletti, presidente di Saman - è quello di ridisegnare l'idea del volontariato. Noi abbiamo cambiato diverse forme, ma vogliamo rimanere fedeli al nostro cammino. A Milano abbiamo attivato uno shop che si propone anche alla borghesia milanese, vogliamo uscire dalla nicchia per valorizzare il lavoro sociale. Il concetto base del no-profit è la redistribuzione dei profitti e siamo riusciti a garantire una sorta di stipendio alle persone che collaborano con noi. Oggi presentiamo una nuova Saman. Un no profit sociale che proverà a mettere in rete competenze e principi morali».
Il nuovo corso - presentato nella sede di Saman ricavata dall'ex casa del boss Vincenzo Virga - ruoterà attorno all'Osteria della Solidarietà che sorgerà in un immobile confiscato alla criminalità organizzata posizionato su Corso Piersanti Mattarella. La ristrutturazione della struttura (realizzata con fondi europei) è costata 99 mila euro. «E' un progetto su cui stiamo lavorando con anima e corpo – afferma Gianni Di Malta, presidente di Saman Sicilia -, abbiamo partecipato ad una gara d'appalto del Comune di Trapani ed è di pochi giorni fa l'affidamento della gestione. Garantiremo 60 pasti giornalieri per persone disagiate, ma non solo. Abbiamo già contattato alcuni ristoranti per un progetto legato al pasto sospeso. Chiunque alla fine della propria cena nel ristorante convenzionato potrà finanziare un pasto da consumare all'Osteria della Solidarietà». Nel progetto si legge come «il vero punto di forza è l'elemento innovativo della doppia finalizzazione: a pranzo pasto caldo per coloro che vivono in una condizione di disagio sociale; per cena apertura al pubblico con menu fisso a prezzo minimo». Una svolta sociale che passa dal concetto originario della gestione dei beni confiscati. Infatti, nell'Osteria della Solidarietà confluiranno tutti i prodotti che sorgeranno dalla gestione agricola dei beni confiscati.
«Pochi giorni fa – continua Marzia Lombardo, di Saman Sicilia - ci è stato comunicato l'affidamento di due terreni. Uno si trova fra Trapani e Lenzi, equivale a 30 ettari di terreno coltivato a vigneto, uliveto e seminativo ed è stato confiscato a Francesco Morici mentre un altro si trova in contrada Fumosa ed è di 14 ettari». Un autentico balzo in avanti se si considera che nel 2014 la Saman ha avuto in affidamento due terreni coltivati ad oliveto per un totale di 2 ettari. «Il nostro obbiettivo è arrivare a dimensionare una macchina agricola – afferma Bartolo Giglio, agronomo – in grado di generare reddito ed occupazione. Il seminativo potrà essere dedicato alla coltivazione di cicerchia o lenticchie che potranno essere consumate all'Osteria della Solidarietà. Per fare questo avremo bisogno sia di una manodopera competente sia di un personale semplice. Per la questione occupazionale sappiamo benissimo di introdurci in un terreno minato, ma proveremo a lavorare in sintonia con la magistratura».
Questioni di estrema attualità che permettono l'analisi di un concetto (più volte discusso dal Governo nazionale) come quello del rapporto tra l'universo no-profit ed i fondi di investimento privati. «Non c'è nessun mistero – conclude Saletti - , non intendiamo fare un attività capillare e delocalizzata soltanto per coprire le spese. Tanta gente ha trovato un opportunità di vita in Saman ed anche in tante altre realtà. Trovo mortificante non rendere produttiva un attività. Qui a Trapani è sorta una scuola di musica. Ragazze e ragazzi stanno trovando la propria soddisfazione personale. Le ceramiche prodotte a Milano arredano i salotti cittadini e se possiamo allargare la nostra attività ad altri progetti che ben venga. Vedo positivamente la nuova manovra del terzo settore riguardo l'apertura ai privati nel no-profit. Un no-profit più moderno per un welfare pubblico che fa sempre più fatica a tenere il passo». Progetti ambiziosi, da tenere sott'occhio.