L’Ars ha approvato il bilancio provvisorio: 39 i voti a favore, 30 i contrari e due astenuti.
Un bilancio provvisorio che copre la spesa fino al 30 aprile di alcuni capitoli rinviando alla legge di stabilità la chiusura dell’esercizio.
Per far quadrare i conti, il governo ha ridotto le previsioni di entrata di circa un miliardo di euro, azzerando i fondi di riserva e riducendo il fondo per i residui attivi.
Nel testo sono rientrate alcune norme che erano state stralciate dalla Presidenza dell’Ars perchè mancavano le relazioni tecniche, poi depositate. Tra queste le norme che stanziano 9 milioni di euro per gli stipendi degli ex Pip, 1,2 milioni per Sviluppo Italia Sicilia Spa, l’ok ai fondi per l’ex tabella H fino al 30 giugno, 800 mila euro per le Terme di Sciacca e 1,5 milioni per l’Esa. Via libera anche a un mutuo da 145 milioni per il finanziamento di quota parte delle spese di investimento dei comuni e delle Province, rinvio di un anno dell’armonizzazione dei sistemi contabili di Regione, Ars ed enti con quello dello Stato. C’è la norma sugli stagionali del Teatro Bellini di Catania. E poi c’è la norma sulle misure a sostegno delle istituzioni culturali. E ancora: Via libera ai fondi per la tromba d’aria di Acireale, a quelli per le attività termali in Sicilia, alla ristrutturazione dei debiti delle Fondazioni dei teatri.
In pratica: lo chiamano esercizio provvisorio ma in verità ha tutte le caratteristiche della legge finanziaria. Lo dice, senza peli sulla lingua, Nello Musumeci, forse l’unico (o tra i pochi) a fare un comunicato che mette l’accento più sul nero che sul bianco in una vicenda grigia come quella dell’approvazione dell’esercizio provvisorio da parte dell’Assemblea regionale siciliana: «Confermiamo il giudizio negativo sulla manovra, si tratta di una vera mini finanziaria che inciderà inevitabilmente sui documenti che il governo presenterà nei prossimi mesi e che continuano di essere frutto di improvvisazione, del rincorrere i problemi, sottraendo se stesso e il parlamento ad una seria programmazione. Per questo motivo abbiamo votato contro. Sui precari il nostro voto è stato favorevole perché non è corretto fare macelleria sociale. Ma in realtà si tratta solo dell’ennesima proroga non avendo il governo alcuna idea su come fare uscire migliaia di lavoratori dal mondo del precariato. Crocetta opera come i governi precedenti». Mentre gli esponenti della maggioranza difendono le norme approvate: «Grazie alla norma proposta dal Pd, e approvata oggi dall’Ars, il Museo Mandralisca di Cefalù, l’Istituto del Papiro di Siracusa, il museo delle Marionette di Palermo e la Fondazione Piccolo di Capo d’Orlando, potranno rilanciare la propria missione culturale accedendo allo specifico fondo Irfis – dice il parlamentare regionale Pd, Giuseppe Lupo – Questa norma è un atto concreto a sostegno di istituzioni culturali che rappresentano un importante fattore di attrazione turistica di sviluppo».
Approvata all’unanimità, 67 i voti a favore, la proroga dei contratti dei lavoratori precari, tra cui i 20mila degli enti locali. Ok alla proroga anche per i lavoratori dei comuni in dissesto e pre-dissesto e per i dipendenti degli enti lirico-sinfonici.
La Sicilia prende tempo sull’ armonizzazione dei sistemi contabili. Una norma approvata questo pomeriggio dall’Assemblea regionale siciliana rinvia di un anno l’applicazione dei principi previsti dal decreto-legislativo 118 del 2011, modificato e integrato dal Consiglio dei ministri lo scorso agosto. In base alla norma, inserita nel bilancio provvisorio votato dall’Ars, l’armonizzazione contabile per la stesura dei bilanci di Regione, enti locali ed enti strumentali siciliani partirà dal 1 gennaio del 2016 e non da quest’ anno.
Anche l’Assemblea siciliana armonizzerà il proprio sistema contabile con quello dello Stato a partire dal primo gennaio 2016: l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, si è rifiutato di avallare un emendamento che toglieva all’Ars il vincolo temporale, creando qualche tensione nella maggioranza. Il Dl 118 prevede anche controlli più stringenti sui bilanci, affidandoli a un collegio dei revisori contabili che opererà in stretta sinergia con la Corte dei conti. A spingere per il rinvio dell’armonizzazione contabile è stata anche l’Anci Sicilia, l’associazione dei comuni dell’isola.
La Regione si aspetta il riconoscimento da parte dello Stato di 1,7 miliardi e nel bilancio provvisorio, approvato questo pomeriggio dall’Assemblea regionale, ha previsto un accantonamento negativo pari a questa cifra.
Si tratta delle ritenute sui redditi delle persone fisiche che hanno residenza fiscale in Sicilia ma la cui gestione avviene fuori dall’isola: per il 2015 la Regione stima appunto 1,7 miliardi. Parlando della norma il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha parlato di un «pre-contenzioso». «È una norma che ha un valore simbolico e lancia un messaggio forte al governo di Roma», ha detto l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei.
«La richiesta è legittima – ha aggiunto l’assessore in Assemblea durante la votazione – non andremo con il piatto in mano, la somma è calcolata per chiudere in tranquillità il bilancio».
Rinviato a mercoledì prossimo l’esame all’Ars del disegno di legge sulle Camere di Commercio.