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15/01/2015 06:12:00

Alfano in Sicilia. Il punto su lotta alla mafia, infiltrazioni nei Comuni e confische

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è recato a Palazzo dei Normanni per partecipare alla seduta della commissione Antimafia dell’Ars cui ha preso parte su invito del presidente, Nello Musumeci. Dai dati resi noti dal ministro è emerso che sono 258 i provvedimenti di scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose dal 1991 al dicembre 2014. Solo in Sicilia sono stati 63, il 24% del totale. Oggi nell’Isola risultano sciolti 6 Comuni di cui 4 in provincia di Palermo, uno a Catania e uno a Siracusa.

La Commissione ha segnalato “l’inefficacia della normativa che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni o condizionamento mafioso”. In particolare, tra le criticità del testo attuale sono stati indicate una insufficiente capacità manageriale dei commissari straordinari e la necessità dell’unicità dell’incarico. E’ stato suggerito che i vertici burocratici vengano allontanati per due o tre anni con il trasferimento in altro Comune del comprensorio ed è stata proposta l’esenzione dai vincoli del Patto di stabilità.

Alfano ha mostrato disponibilità ad integrare il disegno di legge per il rafforzamento delle norme sullo scioglimento dei Comuni, approvato dal Consiglio dei ministri alcuni mesi fa, con i contributi offerti nel corso della riunione. Alfano ha aggiunto di avere tratto spunti dalle proposte che emerse per rafforzare ulteriormente il disegno di legge in oggetto. 

Incontrando i giornalisti dopo l’audizione in Commissione regionale antimafia a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha spiegato: “Io manifesto la mia piena disponibilità a lavorare con i comuni perché gli immobili confiscati alle cosche e alla criminalità organizzata possano dare una mano d’aiuto a risolvere l’emergenza abitativa in Sicilia e in tutta Italia”.

Alfano ha poi proseguito: “La Sicilia ha versato sangue di eroi e di vittime della mafia per la legalità e per una vera democrazia nell’isola, il presidio dell’Autonomia siciliana attraverso la Commissione regionale antimafia può diventare un ulteriore rafforzamento della strategia di contrasto alla mafia in Sicilia. Noi siamo qui oggi proprio a rafforzare un patto tra di noi per lavorare tutti insieme contro la criminalità organizzata”.

Quindi ha chiarito: “Non esistono paesi pervasi dalla criminalità organizzata che abbiano un destino di sviluppo e di progresso, ecco la ragione per la quale ci stiamo battendo sul fronte dei beni confiscati e sulle infiltrazioni criminali. Difendere dalle infiltrazioni criminali gli enti locali e riattribuire i beni confiscati significa battersi per un’economia legale e dunque per posti di lavoro, del merito e la concorrenza in Sicilia”.

Questo è, secondo il ministro, “un punto fondamentale su cui continueremo a lavorare rafforzando la governance dell’agenzia dei beni confiscati, e le norme che riguardano le infiltrazioni capaci di determinare lo scioglimento degli enti locali e migliorando al tempo stesso il sistema di governance degli enti locali dopo lo scioglimento e dell’Agenzia dei beni confiscati che deve procedere più velocemente, anche attraverso le nuove regole all’attribuzione dei beni alla legalità”.

“La commissione Antimafia siciliana è un presidio che rafforza la lotta alla mafia e noi siamo qui oggi per siglare un patto tra di noi contro la criminalità organizzata”, ha sottolineato quindi Alfano, chiarendo infine sulla questione trivelle: “E’ una materia molto complessa che investe il tema della stessa autonomia siciliana, la nostra regione secondo me non puo’ privarsi di questa materia energetica e deve avere spalle larghe e anche fare, se serve, un negoziato forte con lo Stato, in quel caso mi troverà come sempre dalla parte giusta”.

Al fianco di Alfano, in conferenza stampa, il presidente della commissione regionale Antimafia Nello Musumeci, che ha sostenuto: “Oggi è stato sancito un patto tra Roma e Palermo: sulla lotta alla mafia si lavora in piena sintonia, nel rispetto dei ruoli e delle competenze”.

Musumesi ha spiegato quindi come “nel corso dell’incontro, durato circa due ore, abbiamo illustrato al Ministro Alfano le criticità circa tre punti fondamentali: la gestione dei beni confiscati alla mafia, l’allarme sul numero in crescita di minori immigrati dispersi che si allontanano senza lasciare traccia dai centri di accoglienza e le carenze dell’attuale normativa che regola lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose”.

Ha concluso Musumeci: “Insieme al ministro abbiamo formulato alcune proposte che saranno integrate e diventeranno oggetto di dibattito alla Camera e al Senato”.