C’è una doppia spada di Damocle che pende sulla Regione e sui suoi conti e che impone “un rapido cambio di passo” a Palazzo d’Orleans. Per un verso c’è il rischio che il Consiglio dei ministri impugni a breve davanti alla Corte costituzionale, “per contraddizione interna”, la legge regionale che ha istituito l’esercizio provvisorio. Per l’altro s’allunga l’ombra di nuove voragini nei bilanci di Regione ed enti locali per effetto della rivoluzione dei conti scattata in Sicilia nel silenzio generale, all’inizio di quest’anno.
“Un’operazione verità sui conti della Regione è un atto dovuto di trasparenza e di buona amministrazione doveva essere fatta almeno nel 2008-2009″.
Torna in Sicilia ‘armato’ delle sue argomentazione l’ex segretario regionale cisl Maurizio Bernava e lo fa da segretario nazionale con deleghe importanti come il pubblico impiego. L’occasione è il seminario organizzato dal suo successore Mimmo Milazzo proprio sui bilanci della Regione. Un tema estremamente delicato dopo la scelta siciliana di rinviare l’omogenizzazione di un anno ma solo parzialmente.
“Si tratta di un obbligo per scongiurare il rischio default per la Sicilia – ha aggiunto Bernava spezzando una lancia per Baccei -. In questi anni si è contenuta la spesa ma non si sono risolti i problemi strutturali. Non si può sempre intervenire sulla spesa corrente e per il personale, bisogna portare avanti alcuni interventi strutturali da fare per coniugare un riequilibrio di gestione con una maggiore produttività del personale. Occorre infine ridurre gli sprechi - ha aggiunto Bernava – nel settore degli appalti e delle esternalizzazioni dove corruzione e malaffare si annidano”.
Poi arriva l’affondo“La Regione siciliana non è più nelle condizioni di contrarre mutui perché ne ha fatti tanti in questi ultimi venti anni. Per avere finanza pubblica deve fare un accordo con Roma per un piano concordato di rientro e investimenti. In questi anni Ars e Governo hanno fatto finta di non capire per motivi di consenso – ha concluso, oggi la Sicilia è esanime non ha più liquidità”.
“Baccei non è un marziano – ha concluso Bernava – sta cercando nelle pieghe dell’autonomia statutaria, sta cercando di accelerare l’adozione di alcune normative nazionali che dal 2009 l’Italia ha messo in campo per rientrare dal debito, però dovrebbe capire che è necessario costruire un confronto forte con le parti sociali per costruire insieme linee di investimento e sviluppo”.
Il messaggio al governo lo ha lanciato, invece, il suo successo Mimmo Milazzo “Occorre aprire un confronto serio sulla manovra finanziaria della Regione. Questo si fa non a mezzo a stampa ma ai tavoli negoziali. Riteniamo che la situazione del bilancio sia complicata da analizzare bene – ha sottolineato il leader della Cisl siciliana -. Bisogna portare avanti quelle riforme sempre annunciate e mai concretizzate come quella delle Province, definendo assetti di governo di città metropolitane e liberi consorzi di comuni. E’ indispensabile ristrutturare la spesa affrontandone i nodi improduttivi mentre si parla sempre e solo di esuberi di personale - sottolineato Milazzo -.
“Occorre guardare a consulenze ed incarichi esterni e bisogna fare una spending review sul fronte della spesa di gestione della stessa amministrazione regionale – ha concluso Milazzo – riducendo gli affitti, accorpando gli assessorati e le spese per l’organizzazione delle attività istituzionali”.