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29/01/2015 13:05:00

De Martino: "Porto di Trapani ridotto ad approdo? No all'accorpamento a Palermo"

 Una lettera aperta inviata ai parlamentari e sindaci della provincia di Trapani per prendere le distanze da quanto ha dichiarato il Presidente dell’Autorità Portuale di Palermo Vincenzo Cannatella. L'ha scritta e inviata Andrea De Martino, presidente del Nuovo Consorzio del porto di Trapani. La questione è quella relativa alla riforma dei porti prevista dal Ministro Lupi che prevede l'accorpamento di Trapani a Palermo. Da tempo il consorzio del porto di Trapani si è costituito per fronteggiare questa evenienza.
Il numero uno dell’autorità portuale di Palermo in un'intervista a La Sicilia rivela, in anticipo, le decisioni sulla riforma dei porti, prese dal Comitato per la Portualità e la Logistica, formato dai 15 Saggi nominati dal Ministro Lupi, e che saranno inserite in un DDL che il governo Renzi presenterà alle Camere.
Essenzialmente Cannatella asserisce che la riforma conterrà l’accorpamento del Porto di Trapani con l’Authority di Palermo e che il ruolo che intenderà assegnare allo scalo trapanese sarà solo quello di “un approdo strategico per il traffico merci con container”.
“In pratica – dichiara De Martino - il Presidente dell’Autorità Portuale di Palermo ha già deciso, ex ante e al posto del Parlamento Italiano, il futuro del Porto di Trapani. Le affermazioni sono molto gravi ed oltremodo lesive nei confronti della libertà di impresa degli operatori portuali trapanesi, non solo perché Trapani è vista sempre da Palermo come una terra di conquista ( e ciò è già avvenuto alla Sovrintendenza, all’ASP, al Consorzio Universitario, all’ex Provincia ecc. ) ma anche perché, approfittando della riforma dei porti, si vuole imporre ad un altro territorio i propri progetti e le proprie idee, modificando, in questo modo, la vocazione turistica e diportistica delle attività legate al nostro Porto”.
Per questo il presidente del Consorzio del porto di Trapani ha chiesto a parlamentari e sinaci “un intervento, forte e determinato, nelle competenti Sedi Istituzionali, non solo per rimettere ragionevolmente nei giusti binari la questione della riforma dei porti, ma anche per sottolineare e ribadire il legittimo riconoscimento dell’autodeterminazione della popolazione trapanese”.