Negli ultimi anni sono stati talmente tanti i comunicati stampa dell’amministrazione Cristaldi, relativi alle analisi sui fanghi del porto canale ed alla sua imminente escavazione che ci si potrebbe scrivere un’opera teatrale. Una pièce
che – col passar degli anni ed i fatti concreti rimasti sempre a zero – nell’ultimo atto, sicuramente non definitivo, vista l’esperienza recente – si tinge di giallo.
“Il personale del CNR incaricato della caratterizzazione dei fanghi da conferire nell’area di colmata di ponente del porto – risponde al QdS, Alberto Ditta, dell’ufficio tecnico comunale – non aveva ancora ultimato le indagini e gli esami di laboratorio. L’ufficio, a quella data cui ella si è rivolto (fine maggio 2014 n. d. a.), non era nelle condizioni di evadere la sua istanza. E, tutt’oggi (20 gennaio 2015 n.d.a.), le confermo – continua Ditta – che sono ancora in corso elaborazioni dei dati raccolti. Da notizie assunte in data odierna – direttamente da tecnici del Provveditorato Interregionale OO.PP. Sicilia-Calabria, Ufficio Opere Marittime per la Sicilia – infatti, risulta che il personale tecnico – preposto alla rielaborazione del progetto di dragaggio del porto canale, dopo avere acquisito lo scorso ottobre 2014 la mappatura dei punti di prelievo dei campioni e gli esiti degli esami di laboratorio ai fini della caratterizzazione dei fanghi, per stabilirne la compatibilità con l’area di colmata – ha ulteriormente richiesto i Dati di Sintesi agli operatori del CNR”. Tali elementi sono necessari “per poter quantificare – continua Ditta – le percentuali dei metalli pesanti rilevati, rispetto ai sedimenti prevalenti e stimare, quindi, i differenti volumi e la conseguente spesa per lo smaltimento. Si prevede – conclude l’addetto dell’ufficio tecnico già dirigente a contratto del medesimo settore, non riconfermato dal sindaco nella nuova legislatura – che, entro la fine del mese, o i primi di febbraio, questi ultimi dati di riferimento saranno comunicati ai progettisti e si potrà acquisire la definitiva rielaborazione del progetto”.
“Il Cnr – scriveva il sindaco Nicola Cristaldi, in un comunicato dell’ottobre scorso, in risposta ad un’interrogazione consiliare grillina – consegna la relazione sui fanghi. Il Provveditorato Opere pubbliche rimodula il progetto e si accinge ad avviare la gara d’appalto. Il Cnr – continuava la nota stampa del Comune – è giunto alla conclusione che è certamente sporco, ma non inquinato in maniera irrimediabile. I fanghi che saranno prelevati dopo il dragaggio potranno essere conferiti in colmata e solo una piccola parte di essi, con tracce di idrocarburi, sarà smaltita in altra maniera”. Si era appunto nell’ottobre 2014. Dopo tre mesi da allora, di acqua, fango e feci, sotto i ponti del fiume Mazzaro ne è passata, e tutto è ancora in ballo rispetto ai certi proclami del primo cittadino.
Qualcuno dovrebbe ora spiegare se, tale ulteriore procedura, avrà dei costi aggiuntivi per la collettività, visto che, le analisi dei fanghi, sono state pagate dal Comune. E, inoltre, se vi siano delle eventuali responsabilità – da parte dei tecnici dell’Istituto per l’ambiente marino e costiero del Cnr di Mazara, incaricati di fare i prelievi – da acclarare in questa vicenda che sta sfiorando il ridicolo. Per gli armatori che, quasi quotidianamente – nonostante i zig zag da esperti slalomisti messi ormai in pratica, dai loro capitani, per evitare di incagliarsi sui fondali ridotti a pochi centimetri – devono fare i conti con questa situazione, invece, non c’è proprio niente da ridere.
Alessandro Accardo Palumbo