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11/02/2015 06:50:00

Sanremo 2015, è il giorno del Volo. Marsala tifa per Boschetto, ma la critica...

 E' il giorno del Volo, a Sanremo 2015. Debutta il trio pop – lirico che fa il tutto esaurito in mezzo mondo, e Marsala fa il tifo per Ignazio Boschetto, componente del terzetto. Il loro brano "Grande Amore", è stato stroncato dalla critica - come abbiamo raccontato qualche settimana fa - ma i bookmakers li danno per favoriti, perchè Sanremo è Sanremo, si sa. Se fosse per il voto popolare non ci sarebbe partita, ma quest'anno Carlo Conti, per evitare la tendenza alle vittorie facili dei protagonisti dei talent – show, ha inserito nel meccanismo finale anche una giuria di qualità. Il critico musicale del Corriere della Sera, Mario Luzzato Fegiz, dà alla canzone del Volo, “Grande amore”, uno dei voti più bassi in assoluto tra le canzoni in gara, 5. Ecco cosa scrive: “Il trio dei tenori cerca di ripetere i colpacci di Bocelli giocando sui canoni classici del melodramma italiano. Insomma una romanza fra opera e musical sfacciatamente suggestiva”.
I membri del Volo vengono ancora chiamati “ i tre tenorini”, ma in realtà adesso hanno venti anni. «Tecnicamente iamo due tenori e un baritono», spiegano. Il trio in gara a Sanremo con «Grande amore» non si vede in quella categoria. «Non facciamo opera. Nel mondo pop, cui sentiamo di appartenere, a nessuno viene in mente di dire il baritono Sinatra o la soprano Pausini». Il Volo e basta, allora. All’Ariston sono nati. Era il 2009 e Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble erano tre dei teen di «Ti lascio una canzone», talent della Clerici. Qualcuno li mise assieme e gli cambiò la vita. Nessuno è profeta in patria e i tre il successo andarono a cercarselo all’estero: un album nella top 10 Usa (in passato solo Modugno, Eiffel 65 e Bocelli), duetti con Eros e Placido Domingo, un tour con la Streisand... «Scherzando sui nostri ciuffi e sul costo del suo parrucchiere da 2.000 dollari a taglio, Barbra ci ha fatto capire che bisogna dare valore al denaro», ricordano. «Adesso quel parrucchiere li taglia anche a noi... Ma non paghiamo perché è di origini italiane ». Risate. È il momento di giocarsela in casa. E per i bookmaker sono fra i favoriti con Fragola e i Dear Jack. «L’Italia resta nel nostro cuore. Vogliamo conquistarla. E tornare su questo palco per un’occasione come il Festival ci emoziona», analizza Gianluca, quello con gli occhialoni da secchione (ma rossi). Si vedono così. «Più che tre voci e un’anima, per me siamo tre anime che fanno una voce sola», dice Ignazio, il tenebroso.
«Il nostro stile è quello che in tutto il mondo amano della musica italiana: melodia e bel canto», aggiunge Gianluca. Per qualcuno un genere passato, per un pubblico ben oltre gli anta... «Abbiamo un repertorio che non è quello classico e “antico”. Non nascondiamo i nostri 20 anni: abbiamo chitarre elettriche negli arrangiamenti e domani ci vestiremo da rockettari », spiega Piero, fascino da bello e non maledetto.
Hanno vissuto questi anni guardando l’Italia da fuori... «In America sono affascinati da moda, auto e cibo italiani... Ma ci prendevano in giro per Berlusconi», sorride Piero. Ai
coetanei tirano le orecchie: Noi siamo stati fortunati, ma bisogna anche sacrificarsi".