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15/02/2015 06:35:00

Beni confiscati, Montante, indagato per mafia, si autosospende dal direttivo

 Antonello Montante si è autosospeso dal direttivo dell’Agenzia per i beni confiscati. Lo fa sapere lo stesso Montante in una nota che segue alle indiscrezioni di stampa pubblicate nei giorni scorsi e che lo vedrebbero coinvolto in una inchiesta per mafia.

“È per il profondo rispetto verso tutte le istituzioni, a partire da magistratura e forze dell’ordine, che oggi, alla luce delle notizie che ho appreso dalla stampa, seppure sconsigliato da tanti, ho deciso di autosospendermi dal consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati”, afferma il presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante.

“Ancora prima di accettare l’incarico – aggiunge Montante - pensando di offrire il contributo della mia esperienza di imprenditore al fine di mettere a reddito i beni confiscati e farli diventare non più solo un costo per lo Stato ma una risorsa e una opportunità per comunità, cooperative, lavoratori e piccole imprese, ho fatto tutti i possibili passaggi istituzionali, consapevole della delicatezza del ruolo e dei contraccolpi che la mia visione di mercato avrebbe certamente suscitato”.

“Mai avrei pensato di dovermi trovare un giorno in una situazione simile – ha detto inoltre – dopo anni trascorsi in trincea, insieme a tanti altri imprenditori, sempre al fianco delle istituzioni”. Sono stati “anni durante i quali – continua in una nota – un gruppo di giovani imprenditori siciliani ha preso coraggio e ha espulso dalla propria associazione persone che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali e che, come hanno sottolineato alti magistrati in occasioni pubbliche, grazie al metodo mafioso e a protezioni politiche, avevano creato un sistema di potere di portata regionale se non nazionale. Anni durante i quali abbiamo accompagnato decine di colleghi alla denuncia, sostenendoli anche nelle aule di tribunale, anni in cui abbiamo sollecitato controlli antimafia preventivi, in alcuni casi mai fatti prima, e ci siamo costituiti parte civile, insieme con tutte le associazioni aderenti a Confindustria, in processi contro esponenti di spicco della criminalità organizzata”.

“Un cambio di passo rivoluzionario, portato avanti – aggiunge Montante - con l’obiettivo di tracciare una linea netta di demarcazione con il passato in un territorio da sempre soggetto a forti condizionamenti mafiosi, prima del quale all’interno dell’Associazione accanto alla gente perbene era possibile trovare anche l’imprenditore colluso o addirittura associato a Cosa nostra. Le persone che vedo citate negli articoli giornalistici pubblicati in questi giorni sono state da noi tutte denunciate e messe alla porta, così come è possibile leggere in documenti pubblici consegnati in commissione Antimafia, in occasione dei Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica e, comunque, a tutti gli organi antimafia del Paese. Lo abbiamo fatto subendo minacce gravissime e mettendo a rischio la nostra vita. E lo abbiamo fatto sempre al fianco d’investigatori, magistrati e funzionari dello Stato. Tutto – conclude -, per affermare una rivoluzione innanzitutto culturale: ossia la consapevolezza della convenienza di muoversi in un mercato libero, privo di ipoteche e parassitismi criminali”.

BINDI.  "La decisione del dottor Antonello Montante di autosospendersi dal direttivo dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati è una scelta opportuna. Bene ha fatto bene a separare il suo ruolo pubblico dalle vicende giudiziarie".

Così il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi. "Un gesto di responsabilità corretto - osserva Bindi - anche perché, al di là delle notizie di questi giorni su cui va fatta al più presto chiarezza, la presenza di un autorevole esponente di Confindustria nel direttivo dell'Agenzia configurava un possibile rischio di conflitto d'interessi, come del resto era stato segnalato nelle sedi opportune dalla Commissione Antimafia".