11,15 - Non ci sta Luigi Giacalone a passare per traditore del Pd. E replica duramente al segretario marsalese dei democratici, Alberto Di Girolamo, che lo ha "messo in mora" dopo aver appreso della sua partecipazione alla riunione convocata dal notaio Salvatore Lombardo proprio per costruire una candidatura alternativa a quella di Di Girolamo. "Vado dove mi invitano, per ascoltare - replica Giacalone - e gli attacchi di Di Girolamo sono sterili e lesivi della mia dignità". "Anzichè criticare - continua - Di Girolamo poteva chiedermi com'era andata la riunione". Giacalone afferma di non aver condiviso alcuna candidatura alternativa a quella di Di Girolamo, che accusa però, di avere "atteggiamenti intransigenti e spesso totalitari". Potete leggere la dichiarazione completa di Luigi Giacalone cliccando qui.
07,00 - Il gruppo “Sos Marsala” presenterà una sua lista alle prossime elezioni amministrative. Candidato Sindaco sarà l’avvocato Vincenzo Forti, che ha accettato la proposta di candidatura dopo la sua rottura con il Movimento Cinque Stelle, che invece punta su Angileri. Ancora una volta gli esponenti delle due formazioni, sui social network, se ne dicono di cotte e di crude.
Sul fronte politico provinciale, da registrare invece la levata di scudi del Pd trapanese contro l’ingresso di Articolo 4 nel Pd. Il segretario provinciale Marco Campagna, tra l’altro, è stato estromesso dalla Giunta di Castelvetrano dove invece è in maggioranza Articolo 4, e i democratici chiedono proprio chiarezza ai loro alleati e possibili compagni di partito, cominciando dalle alleanze elettorali a Marsala e dai gruppi consiliari uniti nei diversi Comuni. Ma è tutto il Pd siciliano ad essere in ebollizione. Nella base del Pd è rivolta contro l'apertura ai nuovi ingressi tra le file dei democratici di Articolo 4 di Luca Sammartino, Valeria Sudano, Paolo Ruggirello e Raffaele Nicotra, ma anche dell'ex Mpa ed Udc Nicola D'Agostino, dell'ex sindaco forzista di Ragusa Nello Dipasquale e dell'ex Ucd Marco Forzese: "Una invasione inaccettabile", dice l'ex deputato Tonino Russo.
La rivolta parte soprattutto dal basso. Le province dove la tensione è più alta sono certamente quelle di Trapani e Catania: "Non accettiamo il metodo delle imposizioni dall'alto, siamo all'opposizione di Articolo 4 in diversi Comuni e in vista delle prossime amministrative stiamo sostenendo altri sindaci, come a Marsala", dice il segretario Marco Campagna. Intanto nel Pd alcune uscite si sono registrate da tempo, come quella della candidata sindaco a Trapani Sabrina Rocca: "Me ne sono andata per il percorso di avvicinamento di ex Mpa al Pd", dice.
Ma a Marsala è il Pd ad essere spaccato, e c’entra poco Articolo 4. Una parte dei democratici, ormai è certo, lavora per una candidatura alternativa a quella di Alberto Di Girolamo, uscente vincente dalle primarie. I “dissidenti” sono riusciti a far scendere in campo un pezzo da novanta della politica marsalese, Salvatore Lombardo, e cercano di mettere dentro un po’ di tutto, dallo stesso Articolo 4 (che al momento non ha ritirato la candidatura a Sindaco di Enzo Sturiano) a Giulia Adamo e ai “moderati”.
La riunione (anzi, le riunioni, dato che incontri ce ne sono stati altri) nello studio del notaio Lombardo, comunque, un effetto lo ha ottenuto: il gioco delle alleanze attorno al Pd, che sembrava tutto a favore di Di Girolamo, capace di dettare legge e di decidere le condizioni per parlare con tutti, dalle varie correnti del Pd ai consiglieri ex del centrodestra, ha subito un improvviso cambio di rotta. Di Girolamo non è più al centro della scena, non è più il corteggiato. Lombardo gli ha cucito addosso l’abito di “sindaco debole”, e adesso i partiti e i movimenti sono in attesa della prossima mossa del notaio per capire cosa fare. Dietro, c’è la battaglia tra due gruppi che ormai si dichiarano guerra, uno è quello che fa riferimento, appunto, a Salvatore Lombardo, l’altro - che ha sostenuto la candidatura di Di Girolamo alle primarie - fa invece riferimento all’ex Sindaco Eugenio Galfano, al suo vice Leo Giacalone. La città come campo di gioco, il Pd come porzione di scacchiera da conquistare per dare matto al Re. Attualmente il simbolo del Pd è in mano saldamente a Di Girolamo (“Ed è questo che lo salva” si sussurrava ieri da ambienti vicini a Salvatore Lombardo), ma la sua legittimazione venuta dalle primarie sembra dimenticata in fretta. Il candidato ufficiale del Pd, dal canto suo, ostenta sicurezza, minaccia anatemi per chi, come Luigi Giacalone, partecipa alle riunioni dei frondisti, e lavora alla sua lista civica: la prima riunione, martedì pomeriggio, è stata molto affollata.
C’è da capire se lo scontro diventerà elettorale o se le baruffe si fermeranno a questa guerra di posizione. Certo è che, al momento, a Salvatore Lombardo manca un candidato Sindaco. Si fanno i nomi di Massimo Bellina - che è però con Di Girolamo - e di Nicola Ingianni. Oppure di una sorpresa: Josè Rallo, ma è quasi impossibile che l’imprenditrice accetti. Oppure ancora di una clamorosa giravolta: Stefano Pellegrino.