Un progetto tutto italiano, con pezzi importanti arrivati dalla Sicilia, e precisamente da Marsala e Mazara. E' quello che ha visto il recupero della navicella spaziale del progetto della Agenzia Spaziale Europea ESA , sviluppato a Torino, attraverso la nave Nos Aires che appartiene agli armatori Fratelli Neri esperti in recuperi e salvataggi operanti , dal 1950 in tutto il mondo e presenti anche all'Isola del Giglio nella operazione di recupero della nave Costa Concordia. La nave è stata allestita totalmente a Livorno, equipaggiata con sofisticati software e strumentazioni di telemetria oltre una speciale antenna parabolica per seguire costantemente il tracciato di rotta della navicella spaziale. Il recupero, in pieno oceano Pacifico è durato circa 100 minuti.
Tra i 14 uomini,a bordo, tra gli altri anche il Comandante mazarese Roberto Asaro ed i marsalesi, il 2° ufficiale Francesco De Vita, e Carlo Frazitta. Marsalese anche uno dei tecnici che hanno controllato, da terra, tutta l'operazione, Giacomo Catalano.
“L'equipaggio a bordo della Nos Aires ha seguito tutto il percorso della navicella spaziale, in giro per il mondo, dal suo decollo all'ammaraggio – spiega Giacomo Catalano. La cosa importante è stato il recupero della navicella. La nostra nave era già all'avanguardia, ma per l'occasione è stata attrezzata con altri dispositivi tecnologici. La navicella spaziale è rientrata nel punto in cui volevano dall'Agenzia Esa”. Il recupero è stato fatto in due fasi. La Nos Aires, si trovava a una distanza di sicurezza di 12 chilometri dalla navicella. “Appena la navicella è arrivata in mare sono partiti i gommoni con i sommozzatori a staccare il paracadute e hanno messo un ulteriore pallone di galleggiamento alla navicelle, in quella parte l'oceano è profondo 2 mila metri. La nave poi si è avvicinata ed è stata recuperata la navicella con una gru sempre italiana. Ora la navicella verrà restituita all'Esa”.