Oggi il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, parteciperà alla riunione del Consiglio dei Ministri. Rappresenta quasi una novità. La partecipazione del presidente della Regione siciliana, è obbligatoria tutte le volte che all’ordine del giorno ci sono questioni che interessano la Sicilia. Il presidente, stando alla norma costituzionale, partecipa con il rango di ministro al Consiglio dei Ministri.
Come anticipato, la partecipazione del governatore è stata richiesta dalla procedura di impugnativa che il governo ha di fatto avviato sul bilancio provvisorio della Regione, approvato dall’Assemblea regionale il 15 gennaio. È stata la Ragioneria generale dello Stato a giudicare insufficienti le entrate previste dal bilancio per offrire copertura finanziaria alle spese, seppure limitatamente ai quattro mesi presi in considerazione dall’esercizio provvisorio.
La Ragioneria generale ha quindi avviato l’iter della impugnativa. Il presidente della Regione sarà ascoltato perché dovrà produrre le sue controdeduzioni. Spetterà al Consiglio dei Ministri accoglierle o meno. Nel caso in cui non venissero accolte, la regione siciliana subirebbe il blocco della spesa.
L’assessore all’economia, Alessandro Baccei, l’uomo indicato da Delrio al governo regionale minimizza. “È stato un equivoco”, spiega. “Ho già provveduto a dare la informazioni richieste alla Ragioneria generale”. Stando alle sue parole, l’avvio della procedura di impugnativa dell’esercizio provvisorio, quindi, dovrebbe essere fermato. Se così non fosse sarebbe davvero un guaio. La Regione siciliana non potrebbe pagare gli stipendi di migliaia di precari, l’Assemblea regionale siciliana sarebbe obbligata ad anticipare l’esame e l’approvazione del bilancio senza avere certezza delle coperture finanziarie che sono state insistentemente richieste a Roma, e per le quali sono in corso laboriose trattative con il sottosegretario Delrio.
L’avvio della procedura dell’impugnativa non ha precedenti. Questa funzione è stata infatti finora esercitata dal Commissario dello Stato. La Corte costituzionale ha abolito il controllo preventivo degli atti del Parlamento regionale, ed è così stato cancellato il Commissario dello Stato che a tale funzione provvedeva.
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