l Gip del tribunale di Palermo ha respinto la richiesta di archiviazione "contro ignoti" dell'indagine su Sicilia e-servizi, la società che gestisce i servizi informatici della Regione Sicilia, ordinando alla procura di indagare i presunti responsabili, dando loro un nome e cognome. Tra i soggetti individuati dalla Guardia di finanza, dal cui rapporto il giudice Lorenzo Matassa ordina di estrapolare i nomi delle persone da indagare, ci sono il presidente di Sicilia e-servizi, l'ex pm Antonio Ingroia e il governatore siciliano Rosario Crocetta. Nel mirino una serie di assunzioni effettuate in violazione delle norme che bloccano le immissioni in servizio nella pubblica amministrazione. La procura deve adesso dare seguito all'ordine del giudice.
Il rigetto della richiesta di archiviazione e il conseguente ordine di indagare "noti" riguarda pure Mariano Pisciotta, rappresentante dell'organismo di controllo di Sicilia e-servizi, gli assessori in carica a dicembre 2013 - l'epoca dei fatti - Antonino Bartolotta (Infrastrutture), Ester Bonafede (Lavoro), Dario Cartabellotta (Agricoltura), Nelli Scilabra (Formazione), Michela Stancheris (Turismo) e Patrizia Valenti (Funzione pubblica). L'accusa contro Ingroia muove dal fatto che, da commissario liquidatore, l'ex procuratore aggiunto di Palermo stipulò contratti con 75 dipendenti della Sisev, società privata satellite dell'azienda pubblica: si sarebbe trattato di "assunzioni mascherate" nella pubblica amministrazione, effettuate in violazione delle regole che prevedono le immissioni in servizio nel pubblico e il blocco in questo settore, disposto per ragioni di spending review.
I paletti sarebbero saltati grazie a un parere dell'Avvocatura dello Stato, che la Finanza non ritiene vincolante, circa la possibilità di assumere a tempo indeterminato nelle società partecipate, con il cosiddetto "ripopolamento": mentre sarebbe dovuto valere il divieto anche di fare assunzioni a tempo determinato. Crocetta e gli assessori votarono la delibera numero 6 del 2014, che recepì il parere non vincolante dell'Avvocatura e diede il via libera al transito dei 75 ex Sisev in Ses (Sicilia e-servizi). Il costo dei dipendenti, da marzo 2014 a luglio 2015, è stato valutato in 2.257.736,42 euro.
Crocetta, Ingroia, l'avvocato dello Stato Massimo Dell'Aira e i sei assessori sono già stati citati in giudizio davanti alla Corte dei conti, per la stessa vicenda: al presidente della Regione sono stati chiesti 265 mila euro, a Ingroia e Dell'Aira 100 mila a testa, agli assessori 50 mila a testa. La procura, all'epoca diretta da Francesco Messineo, il 28 luglio scorso, nonostante il rapporto della Finanza, aveva chiesto di archiviare il fascicolo senza nemmeno identificare i presunti responsabili, ma trattando il fascicolo come "ignoti". Ora il Gip Matassa rileva che "non possono dirsi ignoti coloro che sono stati compiutamente identificati dalla polizia giudiziaria, nella nota depositata il 14 aprile 2014". Inoltre l'ipotesi, già formulata dai magistrati contabili, è quella di avere arrecato un ingiusto vantaggio, anche patrimoniale, a soggetti che, senza la violazione di legge, non avrebbero ricevuto il denaro: in altri termini, non si tratta solo di una violazione erariale ma anche di un reato.