Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
13/03/2015 20:09:00

Castellammare, lite tra agricoltori finisce a fucilate. Un arresto per tentato omicidio

 Nel tardo pomeriggio di ieri i Carabinieri della Stazione di Castellammare del Golfo diretti dal Maresciallo Luigi Gargaro, coadiuvati dai colleghi della Stazione di Balata di Baida e dal Nucleo Operativo della Compagnia di Alcamo, tutti sotto il coordinamento del Capitano Savino Capodivento, hanno rintracciato e sottoposto a fermo d’indiziato di delitto con l’accusa di tentato omicidio, lesioni personali gravissime e porto abusivo di arma da fuoco un cittadino castellammarese. Si tratta di Antonio Zummo, classe 1985, celibe, bracciante agricolo, il quale secondo quanto ricostruito dagli inquirenti a causa di un diverbio scaturito per futili motivi con un suo collega di lavoro di nazionalità tunisina, aveva premeditato la delirante azione delittuosa.
Infatti i due, che lavoravano insieme all’interno di un podere sito in contrada Gagliardetta di Castellammare del Golfo, il giorno prima avevano avuto un diverbio per futili motivi, dovuto verosimilmente alle rimostranze esternate dal tunisino nei confronti del collega per lo scarso impegno e rendimento prestato nell’attività lavorativa, circostanza la quale venuta a conoscenza da parte del datore di lavoro ne aveva fatto scaturire il suo licenziamento. Ciò secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti aveva provocato l’ira di Zummo che dunque avrebbe maturato l’idea di vendicarsi.
Cosicché, il giorno successivo, lo stesso alle prime luci dell’alba si recava presso il terreno, luogo del misfatto, appostandosi di nascosto prima dell’arrivo del collega tunisino, per compiere l’agguato e poco dopo il suo arrivo lo coglieva di sorpresa, attingendolo alla testa con un colpo di fucile cal. 12 caricato a pallini, il malcapitato miracolosamente sopravvissuto riusciva tuttavia e malgrado le laceranti ferite ad invocare aiuto venendo poi soccorso da personale del 118 che lo trasportava dapprima presso l’Ospedale di Alcamo da cui veniva successivamente trasferito presso l’Ospedale Villa Sofia di Palermo ove veniva riscontrato affetto da “multiple lesioni da arma da fuoco al volto con presenza di numerosi pallini metallici in tutta la regione del viso ed almeno due allocati in sede posteriore delle cavità oculari” ed a seguito di intervento chirurgico ivi ricoverato nel reparto di chirurgia plastica con 50 giorni di prognosi e con il rischio di perdere la vista.
I carabinieri della Compagnia di Alcamo allertati dell’accaduto da parte del Pronto Soccorso presso cui era stato portato il ferito si sono posti immediatamente sulle tracce del sospettato grazie anche ad alcune prime dichiarazioni apprese in ospedale direttamente dalla vittima, confrontate poi con le dichiarazioni assunte da altre persone individuate dagli inquirenti poiché presenti nelle vicinanze al momento dell’accaduto e che erano accorse subito dopo per prestare i primi soccorsi al malcapitato ed infine grazie all’acquisizione dei filmati dell’impianto di videosorveglianza di cui era dotata la proprietà sui cui insisteva il terreno e alle informazioni assunte dallo stesso proprietario/datore di lavoro mediante le quali dunque si poteva ricostruire la vicenda ed il movente dello spregiudicato gesto.
Dal quadro indiziario raccolto emergendo chiaramente la responsabilità di Zummo, i militari dell’Arma si sono posti alla ricerca di quest’ultimo che inizialmente faceva perdere le proprie tracce rendendosi irreperibile presso tutti i domicili a lui riconducibili, alchè veniva posizionata un autovettura civetta sotto l’abitazione da lui utilizzata insieme alla convivente per attendere un suo eventuale rientro.
Questa mossa in effetti è risultata decisa infatti lo stesso veniva notato rincasare nel pomeriggio e dunque a quel punto è scattato il blitz, a casa sono stati ritrovati gli indumenti che lo stesso aveva indossato al mattino e posti in lavatrice per eliminare ogni prova. Inoltre trovandogli indosso una somma cospicua in denaro contante oltre mille euro e sospettando che la stessa potesse servigli come primo sostento per un eventuale fuga, i militari dell’Arma hanno proceduto al fermo d’indiziato di delitto.
Nelle ore successive gli investigatori hanno poi proseguito senza sosta le ricerche dell’arma del delitto compiendo un vero e proprio rastrellamento delle aree rurali limitrofe al luogo del misfatto e finalmente questa mattina alle prime luci dell’alba grazie anche all’ausilio di un’unità del Nucleo Cinofili di Palermo specializzata nella ricerca di armi ed esplosivi, la stessa, un fucile calibro 12 marca Bernardelli con matricola abrasa veniva trovata ben occultata in una campagna non molto distante, unitamente ad altre 4 cartucce per fucile dello stesso calibro, oltre a 486 ogive per proiettili cal. 9X21, 256 bossoli per proiettili cal. 9x21 e 800 fondelli per innesco da pistola, verosimilmente utilizzati per fabbricare artigianalmente le munizioni.
Il Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Trapani, Dott. Andrea Norzi, condividendo le risultanze investigative, disponeva la traduzione dell’arrestato presso la Casa Circondariale di Trapani S. Giuliano, formulando la richiesta di convalida del fermo al G.I.P. la cui udienza si celebrerà nei prossimi giorni.