Un giudizio su due a favore dei contribuenti, i contenziosi che diminuiscono, ma le cause in appello che aumentano del 10%. E’ la fotografia dei processi tributari in Sicilia fatta il presidente della Commissione Tributaria Regionale della Sicilia, Giovanni Battista Macrì, che ha inaugurato, presso la Scuola di Scienze Giuridiche ed Economiche, a Palermo, l’anno giudiziario tributario 2015. Nel 2014 i giudizi di primo grado sono stati favorevoli al contribuente nel 46,3 per cento dei casi, con una lieve riduzione rispetto all’anno precedente. «In appello – continua – tale percentuale risulta ridotta al 42,6 per cento, a fronte di un risultato favorevole all’ufficio nel 45,4 per cento dei cali. Tale risultato riflette evidentemente il fatto che a ricorrere in primo grado è, nella generalità dei casi, la parte privata, mentre in appello l’iniziativa proviene, in buona parte, dall’amministrazione, rimasta soccombente in prime cure». «I dati del 2014 danno ragione della difficoltà di procedere ad una significativa riduzione dell’arretrato, anche per la difficoltà incontrata dai nuovi giudici professionali a conciliare il carico di lavoro e la presenza alle udienze, con le attività proprie delle giurisdizioni di provenienza». Ed ancora: «A fronte di 8.012 appelli pervenuti – continua il presidente – ne risultano definiti 4.457, con un calo nella definizione, rispetto all’anno precedente, di circa il 10 per cento». Presso le Commissioni tributarie provinciali della Sicilia il numero delle controversie pendenti ha subito una significativa contrazione, passando da 168.154 alla fine del 2013 a 148.281 alla fine del 2014. Per contro, presso la Commissione tributaria regionale è aumentato il numero delle controversie pendenti al 31 dicembre 2014, tanto presso la sede centrale di Palermo, che presso le sedi distaccate, passando da 25.386 a 28.602.