«Nella gestione dei beni confiscati, dobbiamo essere straordinari. L'ordinarietà, nella terra di Matteo Messina Denaro, vuol dire poco». A dirlo è stata Mimma Argurio, della segreteria regionale della Cgil, intervenuta venerdì mattina ad un convegno sui beni confiscati organizzato proprio dal sindacato «rosso» all'Hotel Crystal a Trapani. In sala erano presenti tanti operai. Da quelli degli ex Cantieri Navali a quelli del gruppo 6Gdo, passando per le realtà più concrete del territorio. Al tavolo dei relatori invece ha partecipato l'establishment della Cgil ed il presidente del Tribunale delle Misure di Prevenzione di Trapani, Piero Grillo.
In molti hanno preso la parola, sviscerando dati sullo stato di salute dei beni confiscati e sulle condizioni di lavoro riscontrate. «C'è un evidente mancanza di Ispettori nella provincia di Trapani – ha affermato Enzo Palmeri – e spesso i lavoratori non hanno un supporto specifico nel riconoscimento dell'imprenditore mafioso». «Ci vuole un luogo in cui preventivamente vengano stabiliti dei rapporti sindacali con le aziende confiscate – ha rilanciato Lo Balbo – Un luogo dove si riesca a fare la differenza fra un settore ed un altro e soprattutto in cui si riesca a fare delle programmazioni, ad esempio attraverso la realizzazione di piani industriali. Bisogna censire le aziende confiscate per settore merceologico e soprattutto bisogna censire il numero di lavoratori coinvolti. In 33 anni l'esperienza della cooperativa Libera Calcestruzzi Ericina rimane l'unica gestione virtuosa dei beni confiscati».
Un esempio, quella della Calcestruzzi Ericina, più volte ripreso durante gli interventi. Come dire, quello è il punto di riferimento dal quale partire. Tuttavia qualche intervento ha lasciato intravedere una sorta di malcontento nella gestione dei beni confiscati in campo provinciale. Ad esempio, il segretario provinciale della Cgil, Filippo Cutrona. «Noi nel 2011 avevamo prospettato un altra idea per il gruppo 6Gdo, però non siamo stati ascoltati. Il sindacato, cari compagni, è vicino ai lavoratori, ma devono essergli vicini anche il prefetto, le istituzioni, la magistratura. Noi chiediamo formalmente l'apertura di una discussione per programmare delle azioni a salvaguardia dei lavoratori delle aziende confiscate». A fargli eco, in chiusura, è stata Mimma Argurio con parole forti. «A volte ci siamo trovati dinanzi ad Amministratori giudiziari sordi con le sigle sindacali e con i problemi dei lavoratori. Della Calcestruzzi Ericina bisogna parlarne capendone i punti di forza. Ad esempio, l'incontro svolto ad Unioncamere al quale non sono stati invitati i sindacati, è una grande mancanza di sensibilità del Prefetto Falco. Sodano si occupò della Calcestruzzi anche da malato, facendo la differenza. Dopo Sodano non ho trovato alcuna sensibilità nei prefetti. Alcuni mandavano la documentazione all'Ispettorato del lavoro. Ma che soluzione è questa? Noi dobbiamo andare oltre. Siamo il territorio di Matteo Messina Denaro e non possiamo fermarci al'ordinario».
Marco Bova