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17/03/2015 06:55:00

Il Pd parla dell'aeroporto di Trapani. Si profila una "svendita" ai privati?

 «Questo non è un incontro organizzato dal Pd, piuttosto direi che qui oggi riuniti ci sono gli Stati Generali dello sviluppo della provincia di Trapani». E' stata questa l'introduzione che il deputato regionale Baldo Gucciardi (Pd) ha utilizzato per aprire il dibattito «L'Aeroporto di Birgi, tra promozione turistica e internazionalizzazione”. Nell'elegante sala conferenze della Camera di Commercio, in molti hanno risposto «presente» all'invito dei maggiorenti del Partito Democratico. Ovviamente c'erano i rappresentanti del partito sul territorio, ma c'erano anche i plenipotenziari locali di Articolo 4, c'era l'ex sindaco Mario Buscaino, l'ex amministratore delegato di Airgest Salvatore Ombra e il direttore dell'Asp Fabrizio De Nicola con al suo fianco Elena Ferraro, l'imprenditrice che ha denunciato la tentata estorsione per mano del cugino del latitante Messina Denaro. Poi c'era Giuseppe Scozzari, il ras dell'accoglienza ai migranti, i rappresentanti sindacali, ma soprattutto al tavolo dei relatori c'erano gli assessori regionali all'Economia Alessandro Baccei, al Turismo Cleo Li Calzi, ai Beni Culturali Antonio Purpura e alle Attività produttive Linda Vancheri. E c'era Vito Riggio, il presidente dell'Enac.

Proprio dalle sue parole sono emersi dei retroscena che vedono l'Aeroporto di Trapani, già da tempo al centro di uno schema di spartizione territoriale degli aeroporti. «Io ormai non dico più di essere a favore delle privatizzazioni, perchè poi sembra che tuteli chissà quali interessi. Sin dal primo momento ho vissuto da vicino questa manovra di acquisizione di aeroporti da parte di un gruppo privato – ha detto Riggio – un paio di anni fa si presentarono i rappresentanti del gruppo Eurkanian. Venivano da una brutta esperienza in Portogallo e avevano 2 miliardi e 400 milioni di euro da investire. Il loro obbiettivo dichiarato erano gli scali toscani e siciliani. Da lì a breve li presentai all'allora presidente del consiglio Enrico Letta e ne fu subito entusiasmato. Poi anche Renzi, all'epoca sindaco di Firenze, diede il proprio lasciapassare. In Toscana il progetto è stato compiuto in Sicilia invece ancora non si è capito cosa vuole fare la Regione».

A rispondergli, neppure tanto tra le righe, è stato l'Assessore Regionale all'Economia, Alessandro Baccei. "Gli aeroporti di Trapani e Palermo vanno visti in un ottica di sistema e vanno collegati fra loro. La questione dei territori provinciali è da rivedere. Non bisogna disegnarla e poi farci entrare dentro dei servizi, ma quantomeno per lo sviluppo dei territori in campo aeroportuale, bisognerebbe fare il contrario". Riguardo la privatizzazione degli scali: "Non credo nel pubblico a perdere. Con procedure trasparenti daremo il via ad una privatizzazione, che tuttavia non ci vedrà abbandonare quel ruolo di coordinamento che continueremo a rivestire dal nostro osservatorio".
Parole chiare che - ormai - sembrano dettare le linee guida della manovra aeroportuale. Ma quanto pubblico ci sarà in questo sistema che verrà? I soliti malpensanti stanno lì a stracciarsi le vesti per una «svendita» in stile Alitalia (e la svalutazione delle quote nel passaggio dalla Provincia alla Regione sembrano dargli ragione). E' su questo che Vito Riggio, citando la «società liquida» di Bauman, sembra mettere le mani avanti. Come dire, in un meccanismo di decentralizzazione dei poteri, non ci sono salvatori. «Bisogna essere chiari. Attualmente quasi tutte le aziende che gestiscono gli scali sono in perdita. Attualmente si sta bene soltanto nei mercati monopolistici. Nel mercato low cost c'e una concorrenza distruttiva, come una sorta di guerra al ribasso. In Sicilia la Regione è all'interno degli asset aziendali di tutti e quattro gli aeroporti, vuol dire che vuole rilanciarli? Vedremo. E lo dico in maniera netta. Nel 2009 con Raffaele Lombardo, all'epoca Presidente della Regione, avviammo un protocollo d'intesa per opere di adeguamento e potenziamento dell'Aeroporto di Trapani. Io però ho già parlato con il Ministro Lupi e con il Presidente del Consiglio e ho detto chiaramente che se non verranno raggiunti degli obbiettivi verranno bloccati i finanziamenti».

Marco Bova