Ha il sapore del maxiblitz il sequestro di 21 tonnellate di prodotti vari presentato dalla Guardia Costiera di Trapani. A cadere sotto le grinfie degli ufficiali è stato il mercato della grande distribuzione alimentare. Un universo che avevamo imparato a conoscere attraverso le vicende che hanno riguardato Giuseppe Grigoli ed il gruppo 6Gdo, ma che adesso si svela in un altro dei suoi aspetti. Quello più acido, se non altro per le conseguenze fisiche che potrebbe causarne.
L'operazione di ispezione è durata appena due settimane, ed oltre al sequestro di 21 tonnellate di merce e l'emissione di 30 mila euro di sanzioni, ha prodotto una corposa informativa che è giunta direttamente in Procura. A subire la scure del sequestro preventivo sono state tre aziende «dislocate fra Trapani e Casa Santa Erice», ma oltre a parecchio materiale ittico (dal pregiato tonno rosso di Favignana alle sardine, passando dalla bottarga) sono stati posti i sigilli a barili di capperi, aceto, concentrato di pomodoro e tanta farina. I loro capannoni sono stati giuridicamente congelati. Non dicono di più gli ufficiali. Gli approfondimenti stanno continuando anche in questi giorni. Durante i controlli, infatti, non è stata trovata soltanto merce palesemente scaduta, ma anche tantissimi prodotti iscatolati privi di etichetta. «Alcuni prodotti erano scaduti dal 2008 – ha detto il comandante della Capitaneria di Porto, Giuseppe Guccione – in un caso abbiamo registrato l'assenza di qualsiasi registrazione di un azienda. La merce sequestrata avrebbe fruttato almeno 250 mila euro. Adesso si indagherà sugli aspetti penali, noi siamo intervenuti su quelli amministrativi».
Già, perchè le ipotesi di reato che si profilano, potrebbero mettere sotto accusa un intera fetta di mercato. Infatti, la parte di materiale sequestrato perchè scaduto - in seguito ad autorizzazione del sindaco di Trapani Vito Damiano - sarà distrutto, mentre per la restante la Guardia Costiera dovrà verificarne l'effettiva fraudolenza. Si tratta di un passaggio importante. Gli ufficiali ritengono che la merce contenuta dentro lo scatolame non sia quella scritta in etichetta. E lì potrebbe nascondersi l'avvio di un indagine ben più ampia. Infatti, molti campioni della merce sequestrata in queste ore vengono analizzati dall'Istituto zooprofilattico di Palermo per certificarne le generalità. Nelle ipotesi investigative, si tratta di merce che potenzialmente «contraffatta» e ad esserne coinvolta potrebbe esserne l'intera filiera che dalla grande distribuzione porta direttamente alle dispense dei cittadini.
Marco Bova