Si avviano a conclusione anche le arringhe degli avvocati difensori nel processo, che si tiene a Marsala, scaturito dall'operazione antimafia Eden. Oggi, alle 9 e 30, nuova udienza per terminare gli interventi.Nell'ultima udienza, la settimana scorsa, l'avvocato Celestino Cardinale, difensore di Patrizia Messina Denaro, ha messo in dubbio la crediiblità della nuova "star" dell'antimafia, Giuseppe Cimarosa, il figlio di Lorenzo Cimarosa, che ha "abiurato" la famiglia mafiosa dei Messina Denaro, alla quale appartiene sia per vincoli di parentela sia per affari fatti insieme. "Chi esalta in questi giorni Giuseppe Cimarosa - ha detto Cardinale - si dimentica che la MG Costruzioni, la più importante società che è stata sequestrata nel corso dell'operazione Eden, appartiene proprio a loro. Tanto che M e G sono le iniziali dei due fratelli Michele e Giuseppe". La Mg Costruzioni è ritenuta dagli investigatori il "bancomat" della famiglia Messina Denaro. E ancora, Cardinale ricorda che "Cimarosa era un portatore di ordini dal carcere di Giovanni Filardo insieme al fratello". Per Cardinale, "Giuseppe Cimarosa si presenta con il volto pulito, ma prende in giro milioni di persone. E' una strategia in atto per cercare di costruire credibilità intorno alla figura di Lorenzo Cimarosa tramite il figlio, per permettere loro la conservazione dell'ingente patrimonio, che comprende un maneggio, una villa a Castelvetrano, e una villa a Triscina". "E' un pentimento strumentale?" si chiede Cardinale.
“E’ stata raggiunta la piena prova che i sodali della famiglia mafiosa di Castelvetrano esercitavano un penetrante controllo del territorio con i classici metodi mafiosi che consentiva loro di condizionare l'intero sistema economico del comprensorio trapanese e non solo”. E’questa invece la conclusione che dinanzi al Tribunale di Marsala è stata fatta dagli avvocati della difesa di parte civile Enza rando e Domenico Grassa, rappresentanti Libera nel processo che vede alla sbarra il gruppo più vicino al mafioso latitante Matteo Messina Denaro.
Principale imputata del processo è Patrizia Messina Denaro, la sorella del capo mafia latitante,moglie di mafioso, Vincenzo Panicola, in carcere già da tempo. Patrizia Messina Denaro, soprannominata “a curta”, durante il dibattimento ha voluto far sentire la sua voce, e ha detto di “essere orgogliosa di chiamarsi Messina Denaro”. Quasi che quella sua voce fosse dimostrazione del potere di cui gode la famiglia Messina Denaro. Intercettata la si è sentita dire, “mi chiamo Messina Denaro e a me non mi rompe niente nessuno …. ora qua io voglio le cose …. ora voi uscite i soldi …. perché a me i soldi mi servono ….”. Quindi, per gli avvocati di Libera “non una semplice figlia, sorella e moglie del mafioso, ma consapevole sodale con posizione di indiscutibile importanza all'interno della compagine mafiosa, ed in particolare nel mandamento mafioso di Castelvetrano”. Un boss che comanda ancora oggi. Lo ha posto in rilievo l’avvocato Grassa ricordando un paio di intercettazioni, come quelle che hanno carpito un dialogo tra Rosa Santangelo Rosa e Giovanni Santangelo (sorella e fratello della madre di Matteo Messina Denaro): “Rosa …. vedi che lui comanda tutto Palermo, tutta la Sicilia di Trapani, tutta la provincia ...”.
“Questa zona – ha evidenziato l’avvocato di parte civile per Libera - ha assunto le caratteristiche di una vera e propria zona franca, luogo di rifugio sicuro degli uomini d'onore latitanti nonché dei più importanti summit di mafia e crocevia per i traffici illeciti di varia natura”.