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23/03/2015 18:30:00

Trenta testimoni di giustizia assunti dalla Regione Siciliana entro l'anno

 Saranno circa trenta i testimoni di giustizia che a fine mese dovrebbero essere assunti dalla regione Sicilia in relazione alla legge che prevede il loro inserimento nella pubblica amministrazione. Lo Stato, ogni anno spende 80 milioni di euro per un esercito di 6000 persone, tra collaboratori di giustizia, o pentiti (7/800 persone) e testimoni di giustizia (circa 180) a cui si aggiungono familiari e congiunti. Hanno avuto il coraggio di denunciare la mafia, e per questo "ci troviamo a vivere lontani da tutti. Siamo morti che camminano", spiega Ignazio Cutrò (nella foto) presidente dell'associazione testimoni di giustizia. "Significa essere in guerra da soli contro la mafia. Io lo sono dal 1999 - prosegue - da quando ho fatto la prima denuncia. Ero un imprenditore che lavorava senza problemi e mi sono trovato a dover chiudere l'azienda. Ora vivo di aiuti da parte di parenti e amici. L'azienda ho dovuto chiuderla per le tasse non pagate, ben 38mila euro. Ho chiesto aiuto allo Stato, ma non è arrivato. Voglio ringraziare i carabinieri, sono i soli che ci hanno aiutato, anche nel fare la spesa. Comunque - rimarca - rifarei altre mille volte quello che ho fatto". Ora, l'associazione ha chiesto un incontro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, "perchè tutti i testimoni di giustizia vengano trattati nella stessa maniera, sia quelli che hanno scelto di vivere in una città diversa da quella di residenza sia quelli che invece sono voluti rimane nella propria città. Chiediamo - aggiunge Cutrò - stessa protezione, stessi diritti. Chi vuole rimanere nella propria terra deve essere tutelato". Attualmente, invece, spiega Cutrò "chi sceglie di trasferirsi si vede riconosciuta mensilità e capitalizzazione, cioè una indennità del danno subito". "Il programma di protezione dei testimoni di giustizia ha prodotto persone disperate", secondo Luigi Coppola, del gruppo testimoni di giustizia campani, che annuncia, per il 23 marzo, un sit in permanente sotto al Quirinale "pacifico a oltranza, per chiedere al presidente della Repubblica di essere dalla nostra parte e di sollecitare gli organi preposti ad attuare la legge sull'assunzione dei testimoni di giustizia". Coppola vive a Pompei, aveva un autosalone che dopo la denuncia di estorsione ha dovuto chiudere. Adesso "viviamo di aiuti da parte di parenti e amici in attesa che la legge del 6 febbraio ci permetta l'assunzione nella pubblica amministrazione", afferma. Non solo. "Qualcuno di quelli che ho mandato in carcere - rimarca - sta per uscire e questo mi fa paura, considerando che sia io sia la mia famiglia siamo senza protezione". Per l'assunzione presso la pubblica amministrazione dei testimoni di giustizia è solo questione di tempo, secondo il vice ministro dell'Interno Filippo Bubbico. "I testimoni stanno presentando richiesta, una volta che abbiamo il quadro completo faremo la ricognizione delle amministrazioni pubbliche che hanno posti vacanti e che vogliono destinarli ai testimoni di giustizia".