Il Presidente dell’Irsap, Alfonso Cicero, ha revocato un lotto dell’Area industriale di Trapani all'impresa edile “Messina Antonio” e contestualmente ha respinto l'istanza di autorizzazione a vendere l'opificio industriale, presentata dal titolare della ditta risultato colluso con Cosa Nostra. Il territorio di Trapani è quello in cui opera il mandamento del capo mafia latitante Matteo Messina Denaro.
L'informativa antimafia interdittiva della Prefettura di Trapani nei confronti della ditta “Messina Antonio” è giunta nell'ambito delle richieste inoltrate dagli uffici dell'Irsap per individuare ed espellere dall’Area industriale le aziende colluse con Cosa Nostra e a rischio infiltrazioni mafiose.
“La mafia deve essere cacciata via dalle aree industriali”, afferma il presidente Irsap Alfonso Cicero. “Bisogna spazzare via, senza se e senza ma, le collusioni con la criminalita' organizzata, sostenendo soltanto le imprese sane. Anche nell'area industriale di Trapani (cosi' come è stato fatto dall’Irsap in modo duro ed intransigente nei diversi agglomerati della Sicilia) le imprese vicine a Cosa Nostra saranno immediatamente espulse chiudendo loro tutte le porte. Solo un'economia legale puo' portare sviluppo e progresso reale al territorio. Non possiamo delegare - continua Cicero - soltanto alla Magistratura ed alle Forze dell'Ordine, che compiono sempre una straordinaria azione contro la criminalita' organizzata, il compito di agire contro gli interessi perversi di Cosa Nostra sempre piu' interessata ad infettare il tessuto economico dei territori”.
L'Istituto regionale sviluppo attività produttive, con specifica direttiva del presidente Cicero, ha così determinato di respingere la richiesta di vendita del lotto n.61 della Zona Industriale di Trapani e di revocare le deliberazioni del Comitato direttivo dell'ex Asi, n. 205 del 30.11.1989 e n. 212 del 21.12.2000, con cui veniva assegnato il lotto ad Antonio Messina, nel 2006 condannato in via definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Antonio Messina venne arrestato dalla Polizia nel 2002, nell’ambito dell’operazione denominata “Isola Perduta” condotta dalla DDA di Palermo con la Squadra Mobile di Trapani perchè ritenuto responsabile, in concorso con altri, del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Una vicenda che vedeva la mafia trapanese controllare appalti e autorizzazioni edilizie anche nei comuni più lontani come Pantelleria. Accuse poi confermate in tutti i gradi di giudizio che hanno visto Messina condannato in via definitiva e sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza.
Il lotto revocato nell'agglomerato di Trapani è esteso 7.610 metri quadrati. Nel 1989 il Comitato direttivo dell'Asi di Trapani lo cedette alla ditta “Messina Antonio” che nel '99 ottenne le concessioni per l’esecuzione di opere ottenute anche con sanatoria edilizia.
Nel 2001, previa determinazione del Comitato direttivo del Consorzio ASI di Trapani presieduto da Giuseppe Maurici, veniva trasferita alla ditta Messina Antonio la porzione di area industriale estesa mq. 7610 a completamento del lotto n. 61.
A luglio del 2014 la “ditta Messina Antonio” ha fatto pervenire all'ufficio periferico Irsap di Trapani la richiesta di cedere il lotto industriale e l'opificio.
La deliberazione dell’Irsap di respingere l'istanza formulata dal titolare interessato da informativa antimafia interdittiva, scaturisce dunque dalla rigorosa applicazione dei dettami del D.lgs 159 del 2011 (codice antimafia) in tema di infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale.