I tragici fatti accaduti al Palazzo di giustizia di Milano, dove un imprenditore dichiarato fallito e sotto processo per bancarotta fraudolenta ha ucciso, a colpi di pistola, coloro che ritiene autori della sua rovina economica, hanno spinto il presidente del Tribunale di Marsala, Gioacchino Natoli, a sospendere subito le udienze per parlare a magistrati e avvocati. Affermando di sperare di essere smentito dai fatti, Natoli ha detto di intravedere nei fatti accaduti nel capoluogo lombardo “il segno del clima che in questi anni si è creato, con responsabilità diffuse”. “Si è messa in dubbio – ha proseguito il presidente del tribunale di Marsala - la legittimazione dell’esercizio della funzione giurisdizionale. Non dimentichiamo che altre democrazie che sembravano immuni da sommosse sociali sono rimaste stravolte non appena è stata messa in dubbio la funzione giurisdizionale. Accade così che un soggetto decide di farsi giustizia da sé. Non dobbiamo concedere nulla ed invece essere uniti e coesi. Il rischio è il cedimento e il dissolvimento della società. Sentiamo la necessità di riflettere su temi che ci terranno impegnati da qui ai prossimi mesi. Concordo con la presidente dell’Anm (Giulia D’Alessandro, ndr) sul fatto che la sicurezza implica il sacrificio di ambiti di libertà che ciascuno di noi ritiene di avere. Dobbiamo essere capaci di prevedere e prevenire”. A intervenire è stato anche il procuratore Alberto Di Pisa. “Quella di Milano – ha detto - è una notizia che ci lasciati tutti veramente esterrefatti e addolorati, per quello che è successo al collega e anche all’avvocato e alle altre vittime. Certamente induce delle perplessità il fatto che un’arma sia entrata nel Tribunale di Milano che mi risulta essere abbastanza vigilato e controllato. A nome mio e dei colleghi esprimo cordoglio sperando che sia fatta luce su quanto accaduto”. Poi, è stato il turno del sostituto Giulia D’Alessandro, presidente della locale sottosezione dell’Associazione nazionale magistrati: “Esprimiamo assoluto sconvolgimento per quanto avvenuto. È evidente che c’è stato un problema di sicurezza all’interno del palazzo del Tribunale e su questo dovrà essere fatta chiarezza. Noi operatori del diritto, magistrati e avvocati siamo continuamente esposti a cose del genere. Dovremmo cercare di collaborare per garantire la sicurezza di tutti. Tuttavia quello che è successo a Milano dimostra che non esistono persone più esposte e meno esposte. Come presidente dell’Anm locale sento di parlare a nome di tutti i colleghi e intendo esprimere vicinanza a tutte le persone coinvolte”. Anche al tribunale di Marsala, da anni, procedimenti fallimentari (civile) e di bancarotta (penale) costituiscono una grossa fetta dell’attività e per questo anche qui si teme per la deflagrazione di quelle tensioni che in queste vicende spesso vengono a crearsi. Già nel 2010, del resto, un curatore fallimentare (l’avvocato Michele Milazzo) fu ferito con una testata al volto (rottura del setto nasale) dal figlio di un imprenditore fallito parecchio tempo prima e la cui procedura si trascinava, come altre, molto lentamente. Intanto, al Palazzo di giustizia di piazza Borsellino sono stati immediatamente intensificati i controlli all’ingresso, dove talvolta, sulla base della conoscenza personale, qualcuno veniva fatto entrare anche se il metal-detector avvertiva la presenza di qualche inoffensivo oggetto metallico (chiavi, monete, etc.). Adesso, invece, carabinieri e vigili urbani hanno avuto precise disposizioni per controlli molto più rigorosi. Non si guarda, insomma, più in faccia nessuno.
LA CAMERA PENALE DI MARSALA. La Camera Penale di Marsala esprime tutto il proprio cordoglio per il tremendo e vile gesto criminale in cui hanno perso la vita tre persone, tra cui il Giudice Fernando Ciampi e l'Avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani:
"E' opportuno e, assolutamente, necessario avviare un confronto tra tutti gli operatori del diritto sulle pregnanti questioni della giustizia che, oggi, appaiono di fondamentale importanza per una civile convivenza. Gli avvocati, i magistrati, i cancellieri sono tutti parte di un sistema al servizio del cittadino, ma è indispensabile che, per il ruolo delicato che svolgono nella società, vengano tutelati nell'esercizio delle loro funzioni . La vulnerabilità della persona nello svolgimento delle nostre funzioni non può essere accettata, ancor più, se il luogo ove ciò avviene è un Tribunale che, per sua stessa struttura, deve essere il luogo ove il cittadino e gli operatori del diritto debbono sentirsi più protetti . E' necessario che tra avvocatura e magistratura si apra un dibattito che superi le contrapposizioni, spesso dettate da sterili prese di posizione e sia gene per una coesione nello svolgimento delle funzioni e condivisione nella scelta delle soluzioni, sempre nel rispetto dei reciproci ruoli".
TRAPANI. Magistrati trapanesi e gli Avvocati del foro di Trapani esprimono enorme costernazione per i gravissimi fatti accaduti al Palazzo di Giustizia di Milano:
E’ la prima volta che la magistratura e l’avvocatura rimangono insieme gravemente colpite dalla violenza omicida. L’impegno quotidiano di tutti gli operatori della Giustizia impone una riflessione congiunta, senza contrapposizioni faziose, sulle condizioni di lavoro e di sicurezza all’interno dei Palazzi di Giustizia. In tale linea, appena appresa la notizia, è stata immediatamente sospesa l’attività giudiziaria per venti minuti ed è stata convocata un’assemblea congiunta tra magistrati, avvocati e personale amministrativo di Trapani proprio per valutare i fatti accaduti a Milano. Nell’esprimere il più profondo cordoglio per le vittime e l’affettuosa vicinanza nei confronti dei loro familiari, si auspica un immediato intervento a tutti i livelli, e soprattutto politico, su tutti i problemi reali di funzionamento della Giustizia.