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17/04/2015 13:08:00

Paura per un peschereccio di Mazara. Sequestrato dai libici, salvato dalla Marina Militare

 L'intervento di una nave della Marina militare ha salvato il peschereccio siciliano che era stato attaccato e sequestrato da uomini armati dopo l'abbordaggio con un grosso rimorchiatore, un’imbarcazione libica, in apparenza senza contrassegni militari. Il motopesca «Airone», di Mazara del Vallo si trovava a 40 miglia dalla costa di Misurata quando è stato dirottato. L’arrivo della nave militare ha permesso al natante di fuggire e di dirigersi verso la Sicilia. A bordo del motopesca «Airone» ci sono sette uomini di equipaggio, compreso il comandante Alberto Figuccia. Due dei sei marinai sono di Mazara del Vallo, gli altri quattro tunisini.

Secondo notizie apprese via radio, uno o due libici sarebbero saliti a bordo del motopesca per una perquisizione ma l'equipaggio si sarebbe ribellato rinchiudendoli nella stiva.

Il sequestro è avvenuto intorno alle 3.30 di stanotte a circa 30 miglia dalla costa libica da una motovedetta di militari di Tripoli. Tumbiolo spiega di aver già contattato il ministro dell'Agricoltura e pesca libico, Abdul Munam Dugman, sebbene sull'imbarcazione libica che ha agganciato il motopesca italiano, pare non vi siano contrassegni militari. «Lo stato di allerta - dice Tumbiolo - è massimo da quando l'ambasciata italiana è stata chiusa. Siamo preoccupati ma al contempo fiduciosi poiché il popolo libico è stato sempre vicino ai siciliani».

Il peschereccio della Maran snc., sul quale è salito un militare libico, secondo le prime frammentarie notizie sarebbe ora diretto verso il porto di Misurata. A dare l'allarme via radio alla Guardia costiera è stato l'equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella zona.

L'Unità di crisi della Farnesina sta verificando le notizie sul sequestro del peschereccio italiano al largo della Libia da parte di un commando armato a bordo di un rimorchiatore, ed è in contatto con la Guardia costiera, fa sapere il ministero degli Esteri.

12 cristiani uccisi sul gommone, 15 fermi 
Si deve aggiornare quotidianamente il bollettino dell’emergenza migranti nel canale di Sicilia sotto forma di arrivi e soccorsi in Sicilia, lavoro incessante della Guardia Costiera, arresti di scafisti, morti in mare anche per liti fra migranti. La procura di Palermo chiederà oggi al gip la convalida dei fermi dei 15 migranti accusati dell'omicidio, per motivi religiosi, di 12 nigeriani e ghanesi con i quali si erano messi in mare per raggiungere le coste italiane. Il gip avrà 48 ore di tempo, dall'arrivo dell'istanza per fissare l'udienza. Il pm titolare dell'indagine, Renza Cescon, ha sentito fino a tarda notte i superstiti che hanno accusato i compagni di viaggio poi fermati. I migranti hanno ribadito quanto raccontato alla polizia al momento dell'arrivo a Palermo e cioè di avere intrapreso il viaggio per l'Italia in 100 e che - a un certo punto della traversata - sarebbe scoppiata una lite «per motivi religiosi» fra cristiani e musulmani.

Naufragio con 41 morti, arrestato scafista 
Un altro viaggio della speranza, un’altra tragedia, un’altra indagine. A Trapani è stato arrestato un nigeriano accusato di aver pilotato un gommone carico di immigrati naufragato il 14 aprile al largo della Libia, causando la morte di 41 dei 45 passeggeri. L'indagato, Ayoola Akinshulu, 31 anni, deve rispondere, in concorso con ignoti, di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di un altro delitto. Il 14 aprile a circa 37 miglia dalle coste libiche la nave «Bersagliere» della Marina militare aveva soccorso 4 naufraghi, tra i quali l'arrestato, aggrappati a un gommone sgonfio e semiaffondato.

11mila migranti soccorsi in una settimana 
Sono oltre 11 mila i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia nell'ultima settimana (da venerdì scorso a ieri) da unità navali della Guardia Costiera e del dispositivo Frontex. Solo ieri sono stati raggiunti a ridosso delle acque libiche 4 gommoni e un barcone carichi di migranti. Gli interventi, coordinati dal Centro nazionale di soccorso della Guardia Costiera e ai quali hanno partecipato anche unità della Marina Militare, della Guardia di Finanza e due mercantili, hanno consentito di trarre in salvo 574 persone, che in queste ore vengono trasferite in Italia.