Fissato per il prossimo 9 giugno, davanti alla terza sezione della Corte d'Appello di Catania, il giudizio di revisione del processo sulla strage di via D'Amelio, l'eccidio in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta. I magistrati etnei esamineranno le richieste di revisione degli avvocati Giuseppe Dacquì e Giuseppe Scozzola, che assistono Natale Gambino, e gli eredi del carrozziere Giuseppe Orofino, oggi deceduto.
I due imputati vennero accusati dai falsi pentiti Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura, successivamente incriminati per calunnia. Gambino era stato considerato uno degli esecutori materiali della strage, Orofino invece era stato imputato di concorso nell'eccidio: secondo i collaboratori di giustizia nella sua officina era stata preparata la Fiat 126 usata come autobomba in via D'Amelio. Gambino venne condannato all'ergastolo come uno degli esecutori, mentre Orofino ebbe 9 anni per favoreggiamento. Solo con le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza vennero poi accertate le menzogne dei falsi pentiti, che portarono all'ergastolo anche altri innocenti. Per loro la fissazione del processo di revisione dovrà attendere il passaggio in giudicato dell'attuale dibattimento sulla strage in corso davanti alla corte d'assise di Caltanissetta.
I legali di Gambino e Orofino hanno presentato le loro richieste di revisione dopo che è diventata definitiva la condanna a 15 anni per strage del pentito Gaspare Spatuzza, autoaccusatosi del furto della 126 e che ha accompagnato i magistrati della Procura di Caltanissetta in via Villasevaglios a Palermo, dove c'era il garage in cui venne messa a punto l'autobomba.
PROVENZANO. Peggiorano le condizioni di salute del boss mafioso Bernardo Provenzano e il gup del Tribunale di Palermo sospende ancora l'udienza preliminare dell'inchiesta stralcio per la trattativa tra Stato e mafia e rinvia l'udienza al prossimo 15 settembre. A descrivere lo stato di salute del capomafia di Corleone è la relazione medica degli specialisti dell'ospedale San Paolo di Milano che oggi è stata depositata all'udienza preliminare. Dalla relazione, lunga due pagine, si legge che Provenzano versa in "grave stato di decadimento cognitivo", trascorre "le giornate a letto alternando periodi di sonno a vigilanza". E ancora: "Talvolta pronuncia parole aventi senso compiuto o compie atti elementari se opportunamente stimolato" e "l'eloqui, quando presente, è incomprensibile".
Provenzano è ricoverato in stato di detenzione al 41 bis nell'ospedale di Parma. Il referto e' stato depositato oggi all'udienza preliminare nell'indagine che vede imputato Provenzano per minaccia a corpo politico dello Stato. La sua posizione è stata stralciata proprio le sue condizioni di salute. Nelle conclusioni i medici scrivono: "Il paziente versa in uno stato clinico gravemente deteriorato" seppure "stabile da un punto di vista cardiorespiratorio" ma in peggioramento nel suo quadro "neurologico complessivo". Da tempo ormai il legale di Provenzano, l'avvocato Rosalba Di Gregorio, chiede la revoca del 41 bis e la sospensione dell'esecuzione pena.