Il coordinamento Filiera Ittica Mazara ha proclamato lo stato di agitazione di tutta la marineria in seguito all’ennesimo tentativo di sequestro di pescherecci da parte di non distinti uomini armati in acque internazionali, antistanti la Libia. Del coordinamento fanno parte Distretto Produttivo della Pesca, Confederazione Imprese Pesca Mazara-Federpesca, Imprese Pesca-Coldiretti, Co.Ge.P.A. Mazara-Lega Pesca, O.P., Fiume Mazaro-Unci Pesca e dai sindacati Flai-Cgil, Uila-Uil e Fai-Cisl, secondo cui «la marineria mazarese è fortemente preoccupata sia per l’incolumità degli equipaggi dei motopesca che per la vita delle stesse imprese di pesca; ciò condiziona tutta la filiera ittica mazarese».
A spiegare le modalità di attuazione dello stato di agitazione è Domenico Asaro, presidente di Confederazione Imprese Pesca Mazara-Federpesca: «Considerata la difficile situazione, circa 70 imbarcazioni di pesca della nostra marineria, ma pensiamo di coinvolgere anche altre marinerie – dice Asaro – spegneranno domani per due ore, dalle ore 10 alle 12, il sistema di controllo satellitare per la localizzazione delle navi da pesca denominato blue box. Qualora non ricevessimo risposte – avverte Asaro – continueremo il giorno successivo spegnendo il sistema per quattro ore, il terzo giorno per sei ore, fino a spegnerlo completamente nei giorni a seguire. Visto che il Governo nazionale e l’Ue considerano inesistente la pesca mazarese, e siciliana in generale, allora ci oscuriamo da noi. Vogliamo ribadire che siamo pescatori europei, chiediamo soltanto di potere lavorare nelle acque internazionali con le adeguate garanzie di sicurezza». L’armatore Asaro, il presidente del Distretto Produttivo della Pesca Giovanni Tumbiolo, ed il presidente di Imprese Pesca Mazara-Coldiretti Alberto De Santi raccomandano ai loro associati di rispettare l’invito del Comando Generale delle Capitanerie di Porto a non avvicinarsi alle acque prospicienti le coste libiche.