Alla fine a chiedere la condanna resterà solo la parte civile...Si sgonfiano le accuse nel processo che in Tribunale vede Massimo Bellitteri, noto ristoratore marsalese, e Antonino Salvatore Sieri imputati per usura, estorsione e lesioni in danno dell’agente di commercio Antonio Ignazio Correra. Quest’ultimo, a sua volta, già processato e condannato in primo grado per varie truffe nel campo della compravendita di prodotti per l’agricoltura, ricettazione di due assegni rubati e calunnia. Adesso, infatti, al termine della sua requisitoria, il pm Mucaria ha chiesto l’assoluzione di Bellitteri e Sieri dall’accusa di usura e la derubricazione delle imputazioni di estorsione e lesioni nel reato, decisamente meno grave, di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, per il quale ha invocato una condanna a 9 mesi. Il rappresentante dell’accusa, insomma, ha sostanzialmente sconfessato l’esito delle indagini condotte dai carabinieri sulla base della denuncia di Correra e che il 3 giugno 2008 condusse all’arresto dei due imputati. “Era il 29 aprile 2008 – avevano spiegato, nel corso del processo, due sottufficiali dei carabinieri - quando abbiamo raccolto la denuncia di Correra. Era una denuncia particolareggiata con nomi e documentazione bancaria. Poi Correra è venuto altre volte ad integrare la denuncia. Una volta si è presentato paonazzo e ha riferito di aver subito percosse. La seconda querela è del 14 maggio 2008. Correra all’epoca era titolare di due aziende di prodotti per l'agricoltura: la Kemical Green e la Tavider”. L’avvocato Salvatore Fratelli, difensore di Bellitteri, allora replicò che non erano ancora emersi “riscontri in merito alle accuse rivolte agli imputati”. Il commerciante di fertilizzanti nel 2008 ha sporto denuncia affermando che dopo aver chiesto due prestiti (il primo di 16 mila euro, il secondo di 50 mila) con “minacce” (“anche con la pistola”) gli sarebbe stato chiesto di restituire, nell’arco di sette mesi, una somma tra i 200 e i 250 mila euro. “Secondo quanto denunciato – dissero i due carabinieri ascoltati in aula – veniva chiesto un prestito e allo scadere dei 15 giorni veniva richiesta una maggiorazione del 20 per cento”. Correra si è costituito parte civile. Ad assisterlo è l’avvocato castelvetranese Francesco Messina. A difendere Sieri è, invece, l’avvocato Paolo Paladino, secondo il quale nel processo “è emerso che le indagini hanno condotto ad esiti incongrui, come peraltro evidenziato dal controesame difensivo della parte offesa”. In una precedente udienza, Correra aveva dichiarato che il prestito gli serviva per pagare i debiti della sua attività commerciale. Poi, però, incalzato dalle domande degli Salvatore Fratelli e Paolo Paladino, cambiò versione, dicendo che il denaro gli serviva a pagare la sanatoria e la ristrutturazione di un immobile comprato all’epoca. Prossima udienza il 27 maggio, quando i legali della difesa tenteranno di smontare anche le residue contestazioni mosse dall’accusa.