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29/05/2015 07:00:00

Voto di scambio ad Alcamo,continua il processo a Papania. Il giro delle derrate alimentari

 L'universo delle derrate alimentari. Dalla Comunità Europea ad Alcamo. E' questo lo scenario descritto durante l'ultima udienza del processo sul presunto voto di scambio alle Amministrative 2012 di Alcamo che si sta svolgendo al Tribunale di Trapani. Nel procedimento sono imputati il senatore Nino Papania (Pd) ed altre sette persone. Suoi coimputati – dinanzi al giudice Franco Messina – gli ex collaboratori, Massimiliano Ciccia e Filippo Di Gaetano, l'imprenditore Davide Piccichè, Leonardo e Giuseppe De Blasi, padre e figlio, Giovanni Renda e Leonardo Vicari. Tutti accusati di aver manovrato la competizione elettorale anche mediante la donazione di derrate alimentari. Su questo ha reso testimonianza Francesco Paolo Ciulla, ex direttore del «Banco delle Opere di Carità Sicilia». Secondo l'accusa «consistenti derrate alimentare» venivano distribuite «nel periodo immediatamente precedente la campagna elettorale 2012 e fino a quando non avevano luogo le operazioni di voto a famiglie alcamesi non abbienti in cambio della promessa di voto».

«Il Banco delle Opere di Carità Sicilia è stato costituito nel giugno 2010. La raccolta alimentare – ha dichiarato Ciulla - avveniva attraverso la grande distribuzione, ma il 95% degli alimenti venivano acquistati. Ad esempio attraverso l'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) che attraverso il progetto europeo «Aiuta la gente» ne finanziava l'acquisto. Sostanzialmente – continua - noi eravamo gli intermediari tra l'Agea e le associazioni. Inizialmente limitavamo l'accreditamento basandoci su un numero di assistiti esiguo e ci basavamo sull'Isee. Più che su un sistema di controllo ci basavamo sulla buona fede delle associazioni». E' questa la galassia nella quale si sarebbero mosse delle associazioni provenienti da Alcamo riconducibili a Massimiliano Ciccia. «Conosco Ciccia dal 2010. Era conoscenza diretta del Presidente delle Banco delle Opere di Carità Sicilia, Francesco Passantino. Entrambi erano soci in un altro consorzio. Sapevo che Ciccia era un personaggio assimilabile al senatore Papania. Era un fatto noto. Ciccia concenzionò diverse associazioni, anche di alcune intestate a terze persone. Però tutte queste associazioni dopo le elezioni Amministrative del 2012 cessarono di ritirare merce presso il nostro magazzino. Sapevo – continua - che alcune di queste erano associate ad alcuni politici. In un'occasione mi fu mostrato il volantino elettorale di Antonio Nicolosi (imputato nell'altro procedimento sul presunto voto di scambio alle Amministrative di Alcamo che si sta svolgendo in abbreviato dinanzi al gip Lucia Fontana) e lo riconobbi perchè era presente durante una mia visita ispettiva fatta ad Alcamo nelle sedi di alcune associazioni, tra cui quelle accreditate da Ciccia».

Nella tesi accusatoria del pm Rosanna Penna le derrate alimentari sarebbero servite a ripagare gli elettori per il loro voto. Ad altri invece sarebbero finite «somme di denaro nell'ordine di 50 euro per ogni voto e a questa categoria apparterrebbero Antonino Mistretta ed Enzo Amato. Entrambi ieri dovevano essere ascoltati, tuttavia il primo non si è presentato in aula ed il secondo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo l'accusa, inoltre, in questo «meccanismo di ricompensa» la parte più gustosa sarebbe stata offerta ai «galoppini elettorali»: un posto di lavoro all'Aimeri Ambiente. Sul punto è stato ascoltato il vice questore aggiunto Antonio Squillaci, all'epoca dei fatti dirigente del Commissariato di Alcamo. «Ricordo che su input di un esposto anonimo giunto in Questura sviluppammo delle indagini sull'Aimeri. Nell'esposto veniva ipotizzato un sistema di assunzioni illecito. Acquisimmo la documentazione ed analizzandola riscontrammo alcuni personaggi alcamesi assunti tra il 2010 ed il 2011. Attenzionai Antonino Di Maria, figlio di Filippo Di Maria (arrestato per mafia, sta scontando una pena a 10 anni, accostato al senatore Papania); Mauro Sciacca, figlio di Baldassare Sciacca indiziato mafioso; Bonura Francesco, fratello di Bonura Antonino arrestato nell'operazione Crimiso; e Antonino Coraci, figlio di Ignazio Coraci coinvolto in fatti di mafia». Parentele pesanti come lo scenario che sta lentamente emergendo sulla geopolitica alcamese del 2012 sulla quale continua ad indagare la Direzione distrettuale antimafia di Palermo. E' il troncone che vede Papania indagato per corruzione ai vertici dell'Aimeri. Un'inchiesta complessa nella quale non ancora è noto il numero degli indagati, ma gli investigatori giurano che il raggio d'azione è molto ampio. Dalle indagini starebbe emergendo un vero e proprio «modus operandi» applicato da diversi gruppi di potere. Una sorta di format che ad Alcamo avrebbe avuto una delle sue espressioni migliori.

Marco Bova