Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
05/06/2015 19:46:00

Si è dimesso il Sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre. I particolari

 Il Sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre si è dimesso. Lo ha fatto dopo aver incontrato il Prefetto a seguito di un avviso di garanzia ricevuto, e per alcune indiscrezioni emerse in altri procedimenti giudiziari. Finisce così una delle sindacature più tormentate nella politica locale degli ultimi anni, tra continue liti nella maggioranza, Pd in testa, inchieste giudiziarie, liti in tribunale sin dal conteggio dei voti (Bonventre vinse per una manciata di voti al ballottaggio contro lo sfidante Solina). 

Per Bonventre, eletto nel centrosinistra, sono stati tre anni complicati. All’indomani delle elezioni infatti, la Procura di Trapani aprì diversi filoni di inchiesta su voto di scambio, indagini in cui il primo cittadino non risulta coinvolto. Poi ci fu il riconteggio delle schede. Fino ai più recenti fatti che – come confermato dallo stesso sindaco – lo hanno portato a voler lasciare l’incarico pur ritenendosi estraneo dalle accuse.

"Le dimissioni - si legge in una nota del Comune - giungono dopo meditata e attenta riflessione da parte del primo cittadino sugli eventi che hanno accompagnato, in questo triennio, la sua attività amministrativa e degli assessori che hanno collaborato con lui, rendendone l'iter un percorso impervio".

Bonventre, che alle 18 di domani terrà una conferenza stampa, ha scritto una lettera: "Oltre a quattro procedimenti in tre anni e relative sentenze emesse dai tribunali amministrativi sulla legittimità incontrovertibile della mia elezione che, inevitabilmente, hanno condizionato e frenato durante questo periodo l'attività amministrativa, mi giunge un incredibile avviso di garanzia per abuso d'ufficio e lesioni personali in merito ad alcune vicende - rivela Bonventre - di allontanamento per assenteismo di alcuni lavoratori in carico al Comune. Dall'amministrativo al penale - ancora Bonventre - qualunque percorso appare, pertanto, buono per paralizzare regolarmente ogni attività di governo della città".

"A questo si associa una serie inaccettabile di attacchi di ordine personale, tanto vili quanto strumentali, forieri di rabbia e odio che offendono me e la mia famiglia coinvolgendo persino quanti di loro non ci sono più e facendo sempre della calunnia una verità, con l'abituale arroganza autoreferenziale tipica di chi si crede sempre dalla parte della ragione e non si interroga su eventuali dubbi. Tutto ciò - prosegue Bonventre - ha fiaccato non poco l'entusiasmo e la volontà di spendermi per la città e mi ha fatto riflettere sul bisogno di tutelare la serenità della vita dei miei affetti più cari che, come padre e come marito, ho il dovere di difendere. Nessuna fuga da responsabilità, ma sofferenza per l'acredine, le ingiustizie subite, l'impossibilità di portare avanti il mandato in maniera serena, ed è per questo che vado via, avendo rispetto assoluto della valenza etica della carica che non può essere lesa dalla presenza di un sindaco qualunque a titolo sottoposto comunque a indagini ad opera dell'autorità giudiziaria. Ho scelto quindi - conclude Bonventre -, pur con molta sofferenza interiore e nella consapevolezza amara che ciò potrebbe anche creare disagi ai cittadini, di rinunciare al mandato".

MIMMO TURANO. "La solidarietà per l’uomo ed il professionista ed il rispetto per la scelta difficile che ha assunto in queste ore Sebastiano Bonventre sono una premessa necessaria e giusta per poter commentare una crisi che la città di Alcamo non meritava. E’ la conclusione di un progetto politico che ha dimostrato, progressivamente, il suo fallimento e di un clima di tensione e di sospetti che si sono autoprodotti nel tempo perché, alla base, c’era una forzatura politica. La candidatura e l’elezione di Bonventre sono state frutto di una operazione di potere che ha dimostrato di avere il fiato corto. La mia decisione, la nostra decisione, di rimanere distinti e distanti sia dalla sua proposta che da quella rappresentata dall’antipolitica, ottiene, oggi, un’amara conferma. Alcamo è una città in ginocchio che si avvia verso una difficile fase di commissariamento. Fin da domani bisogna lavorare per darle un futuro, mettendo da parte egoismi ed interessi di parte e dando vita ad un’alleanza di programma e di prospettiva che ci consenta di guardare avanti e di archiviare gli errori che sono stati commessi ed i loro responsabili".