Il difficile viene adesso. Ieri, tra un corteo in Via Garibaldi, l' "acchianata" simbolica a Palazzo, il saluto agli abitanti di Sappusi, la festa al comitato, la frase che tutti si ripetevano più o meno a mezza bocca era questa: il difficile viene adesso. Alberto Di Girolamo è il nuovo Sindaco di Marsala. Il segretario del Pd nostrano ha completato ieri la sua lunga e indefessa marcia verso la sindacatura. Una vittoria conquistata cercando di parlare al cuore (e si, la battuta è facile, è un cardiologo...) dei marsalesi, non parlando tanto di programmi e proposte, ma di metodo: il cambiamento della politica, il Comune che è di tutti e non “degli amici”, il coinvolgimento dei quartieri popolari, sono stati alcuni dei tormentoni del nuovo Sindaco. Gli avversari lo sfottevano: noi parliamo di programmi, lui di strisce pedonali. Già da segretario del Pd uno dei suoi primi atti fu chiedere all'allora Sindaco Giulia Adamo di avere strisce pedonali migliori a Marsala. E tutti a ridere, soprattutto i suoi avversari dentro il Pd. E invece non capivano che Di Girolamo parlava al cuore (e dai...) e alla pancia dei marsalesi - con la sua pronuncia un po' mal messa, quell'accento che mischia d e t, mette i "dove" un po' a casaccio - e ai loro bisogni, alla loro reale voglia di cambiamento, cominciando dalle piccole cose, l'autobus che non passa in orario, il semaforo che non funziona, gli alberi non potati a dovere. Solo all'apparenza debole, Alberto Di Girolamo ha mostrato una fermezza ai limiti dell'indisponenza. Chi si è messo contro di lui, o si è dovuto allineare (Enzo Sturiano, Annamaria Angileri) o è dovuto andare via (Antonio Parrinello). Si è inventato, non sapendolo, una terza via del Pd. Perchè il suo Pd non è né quello di Renzi, né quello di Crocetta. Ma è un partito autenticamente popolare, che crede nei “luoghi” della politica, anche sei suoi riti, nelle sue forme. “Chi parla con me lo fa in direzione, il luogo è quello” era la risposta data a tutti i “dissidenti” del Pd dopo le primarie. Con questa fermezza, garantendo lui, il Sindaco per bene (come recitava il suo slogan) su tutto e tutti, Di Girolamo è riuscito a far digerire anche passaggi funambolici, come l'accordo con il centrodestra di Coppola e soci, non proprio il nuovo della politica, o i continui entra ed esci con Sturiano. L'avesse fatto Grillo, lo avrebbero seppellito. Lo fa Di Girolamo, appare quasi come una cosa ecumenica.
Il difficile viene adesso. Tradurre il “cambia la politica a Marsala”, in “cambia Marsala”. Non sarà facile. Tante incognite aspettano il Sindaco di Marsala, la prima riguarda proprio la sua coalizione. Perchè è una specie di Frankestein: c'è il Pd, un pezzetto di società civile, un pezzo di centrodestra, i socialisti ex tutto di Nino Oddo. E gli assessori sono stati nominati col bilancino, alla vecchia maniera, sembra quasi per controllarsi a vicenda. Tutti guardano ad Agostino Licari come vero Sindaco facente funzione, in attesa che Di Girolamo capisca dove mettere le mani. Il primo dossier è quello della vicesindacatura. I rumor dicono che la pretende Enzo Sturiano. Per lui sarebbe un aumento di stipendio. Passerebbe dall'attuale 65% dell'indennità del Sindaco da presidente del consiglio comunale, al 75%. Il problema è che però il Sindaco stesso ha annunciato di volersi dimezzare l'indennità e allora tutto diventa più complicato. Sturiano si dimetterà, una volta ottenuta la vicesindacatura, dal consiglio comunale, la cui presidenza Nino Oddo l'ha promessa all'ex Udc ed ex Forza Italia ed ex pupillo di Giulia Adamo, Oreste Socrate Alagna. E' stato presidente del consiglio comunale già sotto Renzo Carini Sindaco – e non è che sia stata un'esperienza esaltante, anzi - potrebbe tornare ad esserlo con Alberto Di Girolamo. Cambia la politica a Marsala? Se non cambiano anche le facce, potrebbe essere tutto in salita, dicono i critici. Ma per ora è il momento per Di Girolamo e i suoi di festeggiare, la partita delle deleghe e delle nomine comincerà tra un po'.