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18/06/2015 06:50:00

Ex direttore del carcere di Marsala sotto processo per peculato d’uso

 Peculato d’uso è il reato per il quale l’ex direttore del carcere di Marsala Nicolò Raimondo è attualmente sotto processo in Tribunale (presiedente del collegio il giudice Sergio Gulotta). Secondo l’accusa, Raimondo, il 19 marzo del 2009, insieme ad altre due persone – e cioè l’ex comandante delle guardie della casa circondariale marsalese, Giuseppe Bellomo, e l’ispettore della polizia penitenziaria Leonardo Giacalone, accusati di peculato e truffa allo Stato (ipotesi di assenteismo), ma poi assolti - sarebbe andato ad un pranzo in un ristorante, a 11 chilometri dal centro cittadino, con l’auto in dotazione alla polizia penitenziaria. “Dimostreremo che si trattava di un pranzo di lavoro – dice l’avvocato Maurizio D’Amico, difensore di Raimondo insieme all’avvocato Stefano Pellegrino – e che quindi non sussiste il reato contestato”. Nell’ultima udienza del processo ha testimoniato l’ispettore della polizia penitenziaria Leonardo Giacalone, che ha dichiarato di ricordare che quel giorno era previsto un pranzo istituzionale e che avrebbe dovuto partecipare anche l’allora dirigente del commissariato di polizia di Marsala Gianpaolo Cassandra, che però al ristorante non si presentò. Già ascoltato dai giudici in una precedente udienza, Cassandra ha detto di ricordare quell’invito, ma non se fosse connesso a fini istituzionali. E non ricorda nemmeno se quel giorno avvertì che non sarebbe andato al pranzo. Nell’ultima udienza, oltre all’ispettore Giacalone, ha testimoniato anche la centralinista del carcere che ha detto di non ricordare se il vice questore Cassandra chiamò per avvertire che non sarebbe andato. Prossima udienza il 21 settembre. Per questa vicenda, nel febbraio 2010, Raimondo fu condannato (processo con rito abbreviato) dal gup Caterina Greco a sei mesi di reclusione per peculato e falso ideologico. Per il falso, la condanna è ormai definitiva, con sigillo della Cassazione, mentre l’imputazione di peculato è stata riformulata e tramutata in peculato d’uso con rinvio del processo in primo grado. A condurre l’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata la sezione di pg della Guardia di finanza presso la Procura