L’avviso conclusioni indagini preliminari è stato notificato dalla Procura di Marsala a Francesco Maiolini, 53 anni, ex direttore generale di Banca Nuova, nonché a Luigi Amore, 51 anni, Massimo Bozeglav, di 55, e Flavio Morassut, di 62. L’ipotesi di reato è usura bancaria. Secondo quanto emerso dall’indagine condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese e coordinata dal pm Giulia D’Alessandro, i quattro indagati, “nell’esecuzione di un medesimo disegno criminoso”, avrebbero operato in concorso per “ottenere la maggior quantità di interesse monetario” sul conto corrente intestato alla “Gazzerosse società agricola” (ex Cantina Feudo del Vignale). I fatti contestati sarebbero stati commessi a Marsala nel 2007, nel 2009 e nel 2010. Anni nei quali Maiolini era direttore generale di Banca Nuova (2006-2010), responsabile delle scelte gestionali in materia di tassi e condizioni e titolare del “potere dovere” di vigilanza, mentre Amore e Bozeglav erano “Internal Audit” (il primo dal 26 giugno 2006 al 22 aprile 2008 e il secondo dal 16 luglio 2008), preposti alla valutazione della corretta funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni, e cioè dell’insieme di regole, procedure e strutture organizzative che mirano a conseguire l’obiettivo della conformità delle operazioni con tutto l’apparato normativo. Morassut, infine, dal 26 febbraio 2008 al 31 maggio 2010 era “Compliance” preposto all’interpretazione delle norme e all’emanazione di policy e linee guida. Per gli investigatori, i quattro indagati “non impedivano, pur avendo l’obbligo giuridico di evitarlo, che fossero pretesi e applicati tassi di interesse usurari”. Nel periodo fra terzo trimestre 2009 e il primo trimestre 2010, fino all’89% rispetto alla soglia del 19,275%, per l’importo complessivo di 4.787 euro. Sul conto corrente, inoltre, sono state addebitate somme (18.850 e 21.419 euro) con la causale “sbilancio competenze per riliquidazione”. Ai quattro indagati la Procura di Marsala ha nominato, come difensore d’ufficio, l’avvocato Antonio Salmeri, che poi da qualcuno di loro è stato nominato anche come legale di fiducia. Proprio per usura bancaria, lo scorso 18 febbraio, Maiolini è stato condannato, con rito abbreviato, a otto mesi di reclusione, pena sospesa, dal gup di Palermo Vittorio Anania. Una sentenza storica, perché tra le prime in Italia per questo tipo di reato. Altri due indagati, il presidente dell'istituto di credito Martino Breganze e il direttore dell'area commerciale Rodolfo Pezzotti, sono stati, invece, rinviati a giudizio davanti al Tribunale di Palermo. Anche secondo i pm palermitani (Marco Verzera e Claudia Ferrari), gli indagati “non impedivano, pur avendo l'obbligo giuridico di evitarlo, che fossero pretesi e applicati interessi usurari”. In particolare, i tassi avrebbero inciso rispettivamente per cinquemila euro (di cui 4 mila compensati) e 3.495 sui conti di due società. Furono gli stessi titolari dei conti a denunciare la banca. I fatti sono stati commessi tra il 2009 e il 2010.