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23/06/2015 06:05:00

Marsala. Sieri e Bellitteri, fine di un incubo.Sette anni dopo il tribunale gli dà ragione

Finisce a Marsala per Massimo Bellitteri (nella foto) e Antonino Salvatore Sieri un incubo durato sette anni. Nel 2008, più di otto anni fa, erano stati arrestati con un'accusa pesantissima: usura ed estorsione, ai danni di un povero agente di commercio in difficoltà economiche, Antonio Correra. La realtà dei fatti, però, emersa nel corso del processo era ben altra. E Correra, progressivamente, da vittima si è trasformato in indagato, poi imputato in altri procedimenti, fino agli arresti domiciliari di qualche giorno fa. Nel mezzo, però, otto anni di due vite esposte al marchio infame dell'estorsione.  

I FATTI. Assoluzione dalle accuse di usura ed estorsione. Condanna a soli 5 mesi, nonché a 500 euro di risarcimento danni, per esercizio arbitrario delle proprie ragioni e lesioni. E’ stata questa la sentenza emessa dal Tribunale di Marsala nel processo a Massimo Bellitteri, noto ristoratore marsalese, e ad Antonino Salvatore Sieri. Ad accusarli, affermando di essere stato vittima dei due imputati, era stato, nel 2008, l’agente di commercio Antonio Ignazio Correra. Quest’ultimo, a sua volta, già processato e condannato in primo grado per varie truffe nel campo della compravendita di prodotti per l’agricoltura, ricettazione di due assegni rubati e calunnia. E dallo scorso 8 giugno agli arresti domiciliari (indagine della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura) per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, nonché per truffa in danno dello Stato in quanto, affermando “falsamente”, secondo l’accusa, di essere vittima di estorsione e usura, avrebbe indotto in errore la prefettura di Trapani e il commissario straordinario di governo, riuscendo ad accedere al “fondo di solidarietà” per le vittime di estorsione e usura. Il Tribunale ha, quindi, sostanzialmente accolto le richieste avanzate dal pubblico ministero, che al termine della requisitoria, lo scorso 13 maggio, aveva invocato l’assoluzione di Bellitteri e Sieri dall’accusa di usura e la derubricazione delle imputazioni di estorsione e lesioni nel reato, decisamente meno grave, di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, per il quale aveva chiesto una condanna a 9 mesi di reclusione. Sulla base di quanto emerso nel processo, ma anche in considerazione del profilo del personaggio Correra venuto fuori in altri procedimenti (connessi e non a questo), la Procura ha ritenuto, infatti, di correggere il tiro rispetto alle iniziali contestazioni mosse ai due imputati. Le lesioni sono relative ad alcuni ceffoni mollati a Correra per la restituzione di 27 mila euro. Bellitteri e Sieri, sulla base della denuncia di Correra, erano stati arrestati dai carabinieri il 3 giugno 2008. “Era il 29 aprile 2008 – avevano spiegato, nel corso del processo, due sottufficiali dell’Arma - quando abbiamo raccolto la denuncia di Correra. Era una denuncia particolareggiata con nomi e documentazione bancaria. Poi Correra è venuto altre volte ad integrare la denuncia. Una volta si è presentato paonazzo e ha riferito di aver subito percosse. La seconda querela è del 14 maggio 2008. Correra all’epoca era titolare di due aziende di prodotti per l'agricoltura: la Kemical Green e la Tavider”. L’avvocato Salvatore Fratelli, difensore di Bellitteri con Antonella Barraco, allora replicò che non erano ancora emersi “riscontri in merito alle accuse rivolte agli imputati”. Il commerciante di fertilizzanti nel 2008 ha sporto denuncia affermando che dopo aver chiesto due prestiti (il primo di 16 mila euro, il secondo di 50 mila) con “minacce” (“anche con la pistola”) gli sarebbe stato chiesto di restituire, nell’arco di sette mesi, una somma tra i 200 e i 250 mila euro. “Secondo quanto denunciato – dissero i due carabinieri ascoltati in aula – veniva chiesto un prestito e allo scadere dei 15 giorni veniva richiesta una maggiorazione del 20 per cento”. Nel processo Correra si è costituito parte civile. Ad assisterlo è stato l’avvocato castelvetranese Francesco Messina. A difendere Sieri, invece, è stato l’avvocato Paolo Paladino.