Tagli sì, tagli no. Alberto Di Girolamo, sindaco di Marsala, ha lanciato la questione. E ora è un bel rompicapo per la sua squadra, e soprattutto per i consiglieri comunali. Di Girolamo ha detto di volersi ridurre della metà lo stipendio da sindaco. Dovrebbe passare da 4.800 euro circa al mese a 2.400 lordi, un bel risparmio per le casse del Comune che si aggirerebbe sui 30 mila euro l’anno. Ma gli assessori e il consiglio comunale seguiranno l’esempio?
Tutto dipende dalle modalità. Le indennità di vice sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale sono calcolate in base a quelle del primo cittadino. Il vice sindaco, ad esempio, a Marsala percepisce il 75% dell’indennità del primo cittadino: 3657,40 euro al mese. Agli assessori invece tocca il 65% dello stipendio del sindaco: 3169,75 euro al mese. Stessa cifra, va al presidente del consiglio comunale. Ora, se il taglio dovesse essere deciso sulla tabella delle indennità con una delibera di giunta la decurtazione dovrebbe scendere a cascata su tutti. Ma Di Girolamo ha dichiarato che intende fare un po’ come i grillini, rinunciare a metà dello stipendio facendolo trattenere dal Comune. Gli altri? Faranno come vorranno. Certo, sarebbe singolare se un assessore guadagnasse più del sindaco.
Marsala è rimasta immune dai tagli della Regione alle amministrazioni comunali. Tagli che dalle parti del Quartiere Spagnolo e di Palazzo VII Aprile saranno effettivi dalla prossima consiliatura. Ma il taglio del 20% sulle indennità dei consiglieri comunali potrebbe essere effettuato già adesso, se solo gli inquilini di Sala delle Lapidi lo volessero, come suggerisce anche la legge regionale. Ma cosa ne pensano loro, i consiglieri?
“Per me non ci sono problemi, sono disponible a ridurmi il gettone. Ma occorre una rimodulazione generale”, dice Michele Gandolfo del Psi.
Uno dei volti nuovi a Palazzo VII Aprile è Calogero Ferreri, il più votato del Pd: “Mi trovate spiazzato, perchè come gruppo non abbiamo deciso. Io faccio parte di un progetto politico, se l’intero gruppo Pd decide di tagliarsi le indennità allora sono disposto a farlo. Comunque la promessa di tagliarsi l’indennità è di Alberto Di Girolamo, non di tutti gli altri”.
Un altro consigliere di maggioranza, Arturo Galfano, Cambiamo Marsala, vuole che sia una decisione condivisa: “ma anche se tutti gli altri non vorranno diminuirlo posso anche ridurmelo da solo. Sarebbe un grande segnale per la città. Dobbiamo però parlare tra noi consiglieri e trovare una soluzione condivisa e arrivare in consiglio comunale uniti”.
A battersi il petto orgoglioso è Aldo Rodriquez, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle. I grillini hanno fatto un'intera campagna elettorale a dire che i loro rappresentanti a Sala delle Lapidi si sarebbero ridotti il gettone del 30%. “Confermo - dice Rodriquez - deciderò con il Meetup come destinare a fine anno questa somma. Possiamo impegnarla per le scuole, se hanno bisogno di banchi, ad esempio”. Il grillino è sul suo campo, quello dei tagli alla politica. Gioca facile, ed è d’opposizione, a differenza degli altri che aspettano anche di vedere cosa farà il sindaco. Di opposizione è anche Giovanni Sinacori, Udc: “La giunta non può decidere le decurtazioni dei consiglieri. Sappiamo che possiamo ridurci i gettoni del 20%. Il mio gruppo chiarirà il da farsi nei prossimi giorni, e anche io”.
Tagli sì, tagli no. Il trucchetto può essere dietro l’angolo, però. Il gettone di presenza per i consiglieri comunali è di 99 euro a seduta d’aula o commissione. L’accumulo di questi gettoni, ogni mese, definisce lo stipendio che però non può superare un tetto massimo di circa 1400 euro. Ad esempio, anche se si accumulano presenze per un equivalente di 1800 euro, sempre lorde, il consigliere non potrà percepire più di 1400 euro. Dove potrebbe stare il bluff? Che i consiglieri decidono di tagliarsi il gettone di presenza, a 80 euro ad esempio, ma lasciare invariato il tetto massimo dei 1400. Per ogni legge si può trovare l’inganno.