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08/07/2015 17:03:00

Marsala, processo "truffa auto". Arriva la sentenza, prescrizioni e assoluzioni

 Era stato lo stesso pm Antonella Trainito, nel corso della requisitoria, a evidenziare che per alcuni dei capi d’imputazione (truffa e falso) era ormai trascorso troppo tempo. E per questo i reati erano prescritti (i fatti sono del 2006). Il Tribunale, naturalmente, non poteva che prenderne atto. I giudici, però, hanno fatto un passo avanti, decretando l’assoluzione anche per i tre imputati per i quali il pm aveva chiesto la condanna. Si è concluso così il processo alle dodici persone coinvolte nell’indagine dei carabinieri di Marsala che nel 2007 consentì di far luce, secondo l’accusa, su una serie di “truffe” che sarebbero state commesse nella compravendita di auto di grossa cilindrata sull’asse Italia-Germania. Con un giro d’affari valutato in oltre un milione di euro. A fine luglio 2007, furono arrestati i fratelli gemelli Giovanni e Giorgio Arena, originari di Palermo ma residenti a Marsala, dove gestivano “di fatto” la “Autoelite srl”. Obbligo di dimora, invece, fu disposto per Pietro Giuseppe Centonze, sorvegliato speciale e cugino del capo mafia Natale Bonafede. Dell’organizzazione avrebbero fatto parte anche Elena Ventura, madre dei fratelli Arena, i marsalesi Domenico Crimi, Giuliano Balsamo, Gianvito Marino e Saverio Fici, tutti dipendenti dell’Autoelite. Imputati, per falso, anche quattro titolari di agenzie di pratiche automobilistiche: Concetta Pinto, Piero Genna, Girolamo Stassi e Patrik Basile.