Alberghi, b&b, affittacamere, case vacanze. Ci sono tante di quelle tipologie di strutture turistiche da avere l’imbarazzo della scelta. Per facilitare il viaggiatore negli ultimi anni sono nati diversi siti di prenotazione online. Il viaggiatore va lì, fa una panoramica delle strutture più convenienti e che gli aggradano e prenota. E a Marsala, come nelle altre città della provincia, sui siti di prenotazione aumentano di giorno in giorno le inserzioni. Segno che le cose vanno bene per il turismo? Non proprio. Regole poco chiare, abusivismo, evasione, tassa di soggiorno. Quali sono i nervi scoperti nel sistema turistico-ricettivo?
I siti di prenotazione online negli ultimi anni hanno avuto un boom. Booking, Expedia e tanti altri. Danno visibilità, ma hanno regole stringenti per strutture e consumatori.
Dal primo luglio, però, è possibile, per il turista, prenotare contattando direttamente gli hotel per avere tariffe anche migliori rispetto a quelle che troviamo nei portali turistici di intermediazione. Federalberghi Palermo lancia la campagna “Fatti Furbo” è un invito ai turisti da parte degli albergatori, per ottenere condizioni migliorative per gli hotel. “Si vuole ottenere – ha detto il presidente di Federalberghi Palermo, Nicola Farruggio – l’abolizione delle clausole contrattuali imposte dalle ‘on line travel agency’ che non consentono ancora oggi di pubblicare alcune soluzioni economiche che sarebbero molto più vantaggiose per la clientela, abolendo la famosa parity rate”.
Tutto nasce dall’entrata in vigore delle nuove regole a seguito della sentenza dell’Antitrust nei confronti delle multinazionali dell’intermediazione (Booking.com, Expedia, etc…). “Lottiamo – aggiunge Farruggio – anche contro tutti quei portali di prenotazione on line che promuovono sistemazioni alternative non sempre regolari, e che di fatto diventano complici di attività illegali”. Il riferimento è al portale Airbnb, che sta avendo grande successo anche in Sicilia.
E’ diventato un caso Airbnb. Fondato negli Stati Uniti alcuni anni fa, il portale di prenotazione tra privati, è esploso anche in Italia. Dopo quello a stelle e strisce, e quello francese, infatti, il mercato italiano è il terzo per giro di affari per Airbnb. Pensate che gli alloggi offerti dal portale sono oggi, in Italia, 150 mila, il 99% in più rispetto all’anno scorso. Una crescita enorme, vuoi per la crisi, vuoi per i tanti appartamenti e camere inutilizzate dagli italiani. Eccola la nuova frontiera del fare business col turismo, attraverso la sharing economy. Su Airbnb e altre piattaforme simili privati mettono inserzioni come se fossero hotel, poi possono anche decidere a chi dare la camera. Il servizio però, così come UberPop non va a genio ai tassisti autorizzati, non piace agli hotel e strutture regolarmente registrate. “Puo creare dell’economia sommersa”, dice Gaspare Giacalone, presidente dell’Associazione Strutture Turistiche di Marsala. Perchè anche a Marsala il sistema delle strutture ricettive vive una situazione un po’ particolare. La diminuzione dei turisti, l’aumento delle strutture, regole poco chiare, e la tassa di soggiorno.
La sentenza dell’antitrust è un’ottima cosa per i consumatori. Ma può essere un’arma a doppio taglio: “La trattativa privata può non lasciare traccia, e allora c’è il rischio evasione, non solo delle imposte nazionali ma anche della tassa di soggiorno” aggiunge Giacalone. Già, la tassa di soggiorno. E’ stata introdotta a maggio 2014 a Marsala. In tutte le città dovrebbe servire per garantire maggiori servizi ai visitatori, ma in provincia di Trapani, i Comuni, l’hanno istituita per pagare le rate dell’accordo con la Ryanair. Nel 2014 alberghi, b&b e altre strutture hanno versato al comune di Marsala 180 mila euro, contro i 300 mila che ogni anno si devono versare per la Ryanair. Ma la tassa è stata istituita nel corso dell’anno. “Certo, se pagassero tutti, sia strutture che visitatori, arriveremmo a pagare la rata con la tassa di soggiorno e il comune avrebbe i soldi per organizzare eventi”. A questo proposito l’associazione, che nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco Alberto Di Girolamo, ha chiesto di aumentare i controlli e garantire, ormai dal prossimo anno, più servizi e un calendario fisso di eventi già definito a inizio anno. E poi c’è l’abusivismo. Le strutture ricettive devono essere registrate all’elenco provinciale. Marsala ha 75 strutture ricettive registrate, tra hotel, b&b, affittacamere, case vacanze. “Ma c’è un alto tasso di abusivismo, e questo influisce sulla tassa di soggiorno”. Per capirlo? Basta fare un paragone. Le strutture registrate, dicevamo, sono 75. Basta visualizzare, poi, quante sono inserite su uno dei più importanti siti di prenotazione online come Booking.com: ce ne sono 195. Quasi due su tre non sono registrate. “Bisogna trovare degli ‘incentivi’ per convincere i titolari a chiedere la tassa ai turisti e poi versarsarla ai comuni”. Alberto Di Girolamo poi ha detto che “il tributo comunale va pagato da tutto il settore ricettivo e, pertanto, severi controlli verranno effettuati per combattere eventuali evasioni, comportamenti scorretti e non osservanza delle regole”.